Artur Vaso di Botticino è il secondo miglior sommelier d’Italia
Viaggiare ed essere curiosi, è questa la base da cui partire per diventare bravi sommelier. Così Artur Vaso, residente a Botticino e secondo in classifica tra i migliori sommelier d’Italia (competizione nazionale organizzata ogni anno da Ais, l’Associazione italiana sommelier), confessa di aver trasformato questa passione in un lavoro.
Il lavoro del sommelier
I sommelier sono professionisti del vino qualificati, apprezzati anche nell’ambiente culinario per la loro capacità di servire i clienti e accompagnarli in un viaggio di degustazione. Ma quali sono le competenze richieste? Riconoscere e descrivere gli aromi e i sapori del vino, saperlo abbinare correttamente ai piatti e avere buone doti comunicative.
Nato come passione 15 anni fa, è diventato poi il suo lavoro, a cui dedica impegno, tempo e passione. Sono tanti i premi e le qualifiche ricevuti da Vaso, orgoglio bresciano che nella vita è anche insegnante di sala all’istituto alberghiero Caterina de’ Medici di Gardone Riviera. Per citare i più recenti: nel 2017 ha vinto il premio come migliore sommelier della Lombardia, mentre nel concorso nazionale si è classificato terzo nel 2019 e nel 2022, fino ad arrivare a un soffio dal primo posto nel 2024, classificandosi secondo. Il concorso, che si è tenuto negli spazi della Stazione Leopolda a Firenze, ha visto la partecipazione di numerosi professionisti da tutta la nazione.
Territorio e tradizione
«In Lombardia siamo fortunati – spiega Artur Vaso –. Abbiamo zone vitivinicole molto importanti: ad esempio l’Oltrepò Pavese. Anche la nostra provincia è ricca, abbiamo la Franciacorta, la Riviera del Garda classico e molte altre ancora».
Alla domanda su cosa pensi riguardo alle recenti invenzioni tecnologiche create per aiutare i sommelier, come ad esempio il naso elettronico progettato dalla concittadina fisica Sonia Freddi, Artur Vaso risponde che l’aspetto umano è ancora molto importante. «La degustazione – sostiene – deve essere fatta da un sommelier con una certa competenza per definire al meglio le proprietà organolettiche di un calice o di un territorio».
Soddisfazione
Vaso spera che quest’esperienza sia di buon auspicio anche per i suoi studenti. Non solo gli amici e i parenti hanno gioito per la sua vittoria, ma anche gli alunni, che al suo rientro lo hanno accolto in classe con entusiasmo e felicità.
Tra le cose che il bresciano apprezza di più di questo mestiere c’è la condivisione, ma anche e soprattutto la competizione. La conquista del secondo posto lo rende orgoglioso, ma pensa già al futuro. «Le qualità che un sommelier deve avere per avvicinarsi alla vittoria sono la curiosità, la passione e l’aggiornamento costante – conclude Artur Vaso –. In futuro vorrei continuare a collaborare con l’Associazione italiana sommelier, e certamente, a questo punto vincere arrivando primo nel concorso per il miglior sommelier d’Italia».
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