Per l’alpinista Andrea Sarchi il giro del mondo in barca a 65 anni

Quando nel corso di una vita hai fatto di tutto – alpinismo estremo, scalando le vette più difficili al mondo, con una predilezione per la Patagonia, sci estremo e scialpinismo estremo, guida alpina con la responsabilità di portare in cima centinaia di persone e pure scritto un libro –, arrivato a 65 anni, cosa altro si può fare? È possibile alzare ancora l’asticella? Sono le domande che si è fatto, negli ultimi tempi, Andrea Sarchi, milanese di nascita ma camuno, di Temù, d’adozione, dove ha passato oltre quarant’anni della sua vita, quando non era impegnato a scalare qualche vetta nel globo. La risposta sorprende: fare il giro del mondo in barca a vela in solitaria.
La sfida
È nato così «The see climber», il motto che è il nuovo progetto da realizzare nei prossimi due anni. L’idea, ad Andrea, è venuta leggendo i libri di Bernard Moitessier, uno dei principali navigatori solitari al mondo, tra i primi a circumnavigare la terra senza scali. Ha così comprato una barca e l’ha piazzata sul lago d’Iseo, iniziando a prendere confidenza. Il secondo step è stato portarla in mare. Così per quattro-cinque anni, a fare esperienze. L’imbarcazione con cui effettuerà l’ennesima avventura ora è in via di ultimazione in Francia: sarà varata il 20 marzo con madrina Margherita Porro, bresciana timoniera di Luna Rossa e vincitrice dell’America’s Cup. La partenza dovrebbe essere nel 2027, magari in occasione della Global solo challenge 2027-28.
Il sostegno

Nel frattempo, la vita di Andrea si divide tra le lezioni di sci al Tonale (quando l’abbiamo incontrato era reduce da una no-stop di otto ore), la guida alpina e il nuovo incarico di raccogliere sponsor e sostenitori per la sua impresa. Nei giorni scorsi ha presentato il progetto al direttivo di Comunità montana e Bim, perché il sostegno del suo territorio è fondamentale.
«Mi piace ancora fare l’alpinista, ma non ho più nulla da esplorare a livello personale – ci racconta –. Io non ho fatto una vita normale, avevo già in me questo germe della pazzia, ma adesso che l’alpinismo mi ha dato e detto tutto, cosa faccio da qui ai 90 anni? Ho quindi questo nuovo obiettivo». Per Andrea il mare è l’altra faccia della montagna, nel mondo ci sono il mare e le montagne, tutto il resto è intorno.
«So che è un progetto difficile, economicamente e tecnicamente, e complesso per la mia età – aggiunge –. Per questo ho bisogno che ci sia qualche realtà che mi sostiene. Vorrei essere supportato dalla Valcamonica, pur essendo di nascita milanese sono della Valle, ho fatto e faccio il mio lavoro qui. Credo che l’alpinista in mare sia un tema ispirazionale per la Valle».
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