Brescia Volley, invincibile armata «senza macchia»: cronache di un salto stellare

Questa non ci voleva, sta uscendo proprio Alessandra Messora. Quella che risolve i problemi a suon di schiacciate. Il dolore per una tendinite alla spalla destra non le dà tregua. Il Cus Brescia Volley sta perdendo 1-2 il big match contro il Soresina, nel quarto set è in largo svantaggio e sembra proprio arrivato il momento della prima sconfitta in campionato. Dalla panchina entra però Camilla Bonardi, cresciuta in B1 a Ospitaletto e che l’anno scorso ha riconquistato la categoria col Piadena. Da sola ribalta la situazione, ed è suo il punto che vale il 2-2. Appena la palla cade a terra si accascia anche lei per una fitta al ginocchio che la costringe a lasciare il campo.
«Avevo capito che si trattava di una cosa seria - ricorda oggi mentre si regge a una stampella -. Infatti la mattina dopo, al Pronto soccorso, mi è stata diagnosticata la lesione del menisco esterno sinistro. Però mi sono fermata in palestra, proteggendomi col ghiaccio, per stare vicina alle mie compagne». Lo ha fatto per il resto del campionato, anche negli allenamenti e nelle trasferte, tanto da meritarsi la conferma per la prossima stagione molto prima che finisse questa.

Persa anche Bonardi, l’allenatore Federico Papa non ha dubbi. Per il tie break rimanda dentro Messora. «In panchina friggevo per la rabbia - racconta oggi la schiacciatrice -. Avevo voglia di rifarmi nonostante i guai fisici». Lo fa sul serio con un tie break da urlo, la situazione si ribalta, il Cus Brescia Volley vince ancora.
È con episodi come questi che una squadra già forte di suo diventa imbattibile. «Abbiamo capito che più nulla poteva distruggerci - spiega Messora, che alla gioia per la promozione ha aggiunto poche settimane fa quella per la laurea in Pianificazione turistica -. Avere vinto in condizioni estreme la partita più importante ci ha convinto definitivamente che eravamo le più forti». Confessa, solo oggi, l’allenatore: «Io, in realtà, l’avevo già capito al termine della sfida di andata, per quanto fossimo solo a inizio torneo. Il Soresina era considerato favorito e in trasferta l’avevamo superato con sicurezza. Però non ho detto nulla alle ragazze per non sovraccaricarle di responsabilità».
E infatti, quando nello spogliatoio hanno cominciato a girare tabelle di marcia e ipotesi sulla data in cui era da prenotare lo champagne, il tecnico si è arrabbiato. Salvo saltare dalla gioia anche lui all’ultima gara di campionato, quando il Cus Brescia Volley - col 3-1 al Pralboino - ha sigillato un’annata da sogno: promozione in serie B2 con 22 vittorie su 22.
Invincibili
Molto altro è successo, come lo stop della centrale Alessandra Peli per l’infortunio a un piede. Si è fatta male anche la palleggiatrice Elisa De Capitani, e qui i miracoli sono stati due. Non l’ha fatta rimpiangere Valentina Silini, classe 2001 - la più giovane di tutte - e, per farla rifiatare, è tornata a giocare dopo anni la fisioterapista Antonella Boschi. Nulla è riuscito a fermare il Cus Brescia Volley, allevato alla cultura della vittoria già l’anno scorso con la promozione dalla D alla C arrivata con una sola sconfitta. Nei momenti di burrasca la squadra ha trovato un appiglio sicuro nella centrale Chiara Frugoni, 34 anni, innesto estivo. «Non è stato un compito difficile per me - spiega -. Ho trovato un gruppo unito. Le difficoltà ci hanno fortificato e siamo diventate amiche anche fuori dal campo».

Chiara ha riempito l’ultima casella che le mancava. «Sono salita dalla Terza Divisione alla D con l’Azzurra e dalla B2 alla B1 con l’Ostiano, mi restava ancora una promozione dalla C e qui l’ho ottenuta». Il capitano Valentina Del Bono ha dato prova di grande attaccamento. Ha giocato meno rispetto al passato. Già punto di riferimento negli anni del Covid, quando teneva unite le compagne nel periodo del lockdown, ha saputo dare l’esempio dentro e fuori dal campo, in gara e soprattutto in allenamento. «Non avevo mai vinto campionati, qui ne ho conquistati già due. E pensare che quest’anno ci bastava la salvezza».
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