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Vittoria con dedica per Capitan Ungaro, bandiera del Gussago

Fausto Ungaro gioca nel Gussago da quando ha 6 anni. Ora che si è infortunato, la squadra gli dedica uno striscione
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Se dici Gussago pensi subito a Fausto Ungaro. Una storia che dura da tre decenni: nel centro franciacortino è nato, a 6 anni è entrato nei Pulcini, a 16 l'esordio in Seconda, a quasi 35 è ancora il capitano della squadra di calcio del paese.

Nel mondo del pallone ci sono legami che vanno oltre il campo, oltre il tempo e le logiche di mercato. 

In un periodo storico in cui le bandiere vanno scomparendo, in particolare tra i professionisti, nei dilettanti esistono ancora e «Tino» è una di queste. 

È Ungaro l'anima della squadra biancorossa, il miglior alfiere con quella maglia indossata in circa 500 partite.

La settimana scorsa, però, il capitano si è fermato per un infortunio al ginocchio. La risposta della società e della squadra non si è fatta attendere: successo sul Bienno e dedica finale. 

«Un crociato non ferma un capitano di 500 battaglie», si legge sullo striscione esposto dai compagni a fine partita.

Non gli resta, così, che recuperare il primo possibile per scendere nuovamente in campo con i compagni di squadra e sudare con la maglia di una vita. 

«Esordire a 16 anni è stato fantastico - aveva raccontato  in un’intervista al Giornale di Brescia -. Fu mister Amadori a farmi debuttare nel finale in una sfida di Seconda con l'Urago. L'anno seguente le giocai praticamente tutte, poi mi fermai per il servizio militare». 

Le gioie più grandi, però, sono arrivate dopo tanti anni: «Ci sono due partite che ricordo con affetto. Il primo derby di paese con il Solleone risolto da una mia rete ed un match a Villanuova del 2010, nell'anno del campionato vinto in Prima: feci un gran gol a giro, ancora non so come mi riuscì. Quello resta comunque il torneo più bello: c'erano tanti grandi come Vesperini, Bacchiocchi e Piovanelli e Bonomi in panchina». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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