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Visendi, le cordate e i mandati di Corioni

Calzoni, Noci, Baraldi, gli imprenditori bresciani: viaggio negli ultimi tre anni di tentativi di salvare le rondinelle
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Cordate, aiutanti, investitori, ristrutturatori. Chiamateli come preferite. Le figure che hanno gravitato attorno al Brescia calcio negli ultimi anni hanno avuto (o avrebbero dovuto avere) la medesima funzione. Sostenere il presidente Corioni nello sforzo titanico di consolidare la società e portarla verso il calcio che conta. Ora c’è John Gaethe Visendi: un ristrutturatore di aziende, un traghettatore (lui stesso s’è definito così) che dovrebbe portare il Brescia in una nuova era, con una società rafforzata da capitali asiatici e nuovi imprenditori bresciani. Un tempo gli «aiutanti» erano benaccetti, ora che il club naviga in pessime acque sono vitali (qui il quadro della situazione). Facciamo il riassunto di quanto successo negli ultimi anni.
 
MAGGIO 2011: LA CORDATA BRESCIANA 
Il Brescia sta concludendo il suo mesto campionato di serie A. È stata un’annata dispendiosa. C’è l’idea di ripartire (e si farà proprio così) da una serie B «low-cost», con i calciatori che rientrano dai prestiti. Una mano sarebbe manna dal cielo. Alla chiamata del presidente del Consiglio di sorveglianza di Ubi Banca Corrado Faissola rispondono Giuseppe Pasini, Ettore Lonati e Luca Saleri (vice presidente e uomo che si è speso parecchio per la Leonessa). C’è un primo incontro alla sede dell’Aib. Si programmano altri incontri con Marco Bonometti (che tornerà protagonista più avanti), Attilio Camozzi e Orlando Niboli. La grande cordata, alla fine, non si concretizzerà mai. 
 
GIUGNO-DICEMBRE 2011: CALZONI
Il noto manager bresciano Ugo Calzoni riceve mandato da parte di Corioni di trovare possibili acquirenti del Brescia. La pista porta a un advisor milanese, che starebbe trattando per conto di imprenditori bresciani. A dicembre del 2011 pare che la vicenda possa avere una svolta. Nel frattempo spunta l’asse Brescia-Parma, con Ghirardi e Penocchio. In ogni caso, ogni strada è un vicolo cieco.
 
MARZO 2013: NOCI
Viene lanciato il progetto «Di nuovo Leonessa». È affidato, sempre da Corioni, al professor Giuliano Noci, ordinario di marketing al Politecnico di Milano. L’obiettivo? Lavorare ad un progetto di rilancio della società in una prospettiva di sviluppo e internazionalizzazione. Anche stavolta, niente risultati tangibili.  
 
DICEMBRE 2013: BARALDI
Corioni affida a Luca Baraldi un doppio mandato: dismissione totale o parziale del club, inserimento di nuovi soci. Il contratto con l’uomo d’affari modenese prevede degli step con compensi precisi. Si varia da seicentomila euro al milione, in base al risultato che potrà ottenere.
 
DICEMBRE 2013-MARZO 2014: LA TRATTATIVA MANENTI
Giampietro Manenti è un fulmine a ciel sereno dopo Brescia-Trapani 3-3, ultima di andata del campionato appena concluso. Si dice pronto a portare una fortuna dall’Est. L’amministratore delegato di Mapi Group, società con sede in Slovenia, incontra Corioni in Saniplast. I due posano assieme. Vengono intervistati. Poi inizia il ben noto tira e molla. I soldi non arrivano. Manenti afferma che ci sono, ma da Brescia nessuno li vede. Fughe in avanti e temporeggiamenti. Finché, il 6 marzo, la trattativa - che ha in parte ostacolato la sessione di mercato invernale - si chiude.
 
PRIMAVERA-ESTATE 2014: LA CORDATA BONOMETTI
Marco Bonometti, presidente Aib e tra gli imprenditori bresciani di maggior successo, s’impegna a cercare un gruppo di imprenditori locali disposti a sostenere economicamente il club. Una missione complicatissima. Che, ancora oggi, se il piano-Visendi dovesse fallire, assume le sembianze dell’ultima spiaggia per il Brescia calcio.
 
Daniele Ardenghi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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