Verso Brescia-Atalanta: Balotelli pronto a rientrare
Tredici anni dopo, è di nuovo tempo di Brescia-Atalanta. Da quell'ultimo incrocio in serie A datato 2006 di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima e nel frattempo i bergamaschi sono riusciti addirittura a giocare la Champions League, e il Brescia affronta il caso Balotelli, pronto a rientrare tra i convocati.
Prima di questa nuova avventura, la squadra ora allenata da Grosso languiva nella serie cadetta rischiando ripetutamente il fallimento. Ma adesso, è nuovamente tempo di derby nella massima serie: anche in questo caso l'ultima volta fu nel campionato 2005-2006, ma nel mese di aprile di un campionato al termine del quale entrambe le squadre retrocessero. Ad ogni modo, una delle poche gioie dell'anno toccò ancora al Brescia: gol vittoria di Di Biagio nei minuti di recupero su un calcio di rigore battuto due volte.
Ma, se si parla di precedenti, allora la memoria collettiva - non solo dei bresciani e dei bergamaschi - corre al 30 settembre del 2001, a quel 3-3 con corsa sotto la curva dell'Atalanta di Carlo Mazzone che, esasperato dai continui insulti e offese alla sua persona e alla sua romanità dopo la clamorosa rimonta dall'1-3 completata dal Brescia al 47' (autogol di Rinaldi su punizione di Baggio che aveva firmato anche le altre due reti), scattò dalla panchina per percorrere 50 metri di campo. Tutto come preannunciato qualche minuto prima dato che le telecamere intercettarono questo labiale del Sor Carletto: «Se famo 3-3, vengo sotto la curva». Il primo a tentare di placcare Mazzone furioso come mai prima di quel momento, fu l'allora dirigente accompagnatore del Brescia Cesare Zanibelli che oggi racconta: «Non avrei mai pensato che quel momento sarebbe entrato nella storia del calcio, o perlomeno solo a freddo avevo cominciato a capire la portata dell'accaduto... dopo il secondo gol, il mister aveva cominciato a promettere che in caso di pari avrebbe fatto quello che poi ha fatto e allora - dice - mi ero messo sul chi va là perchè Mazzone era uomo di parole in tutto. Ho provato a fermarlo, ma poi ho subito desistito perché tanta era la rabbia che lo animava che avrebbe finito per travolgermi e calpestarmi... Diceva delle cose incredibili in modo incredibile: era un momento drammatico, ma mi veniva anche da ridere».
Tutto questo, che avveniva sono gli occhi increduli di Pep Guardiola (era seduto in tribuna, la settimana dopo avrebbe debuttato da giocatore del Brescia) fa parte dell'epica dei ricordi legati a un derby che oggi si rinnova in un contesto molto particolare. Appunto con l'Atalanta in volo e il Brescia, al primo anno di serie A dopo 8 stagioni di digiuno, ultimo in classifica che ha visto l'esonero di Corini e l'arrivo in panchina di un Grosso osteggiato dall'ambiente.
Un ambiente che tuttavia, in vista della partita di sabato, ha ritrovato una certa calma e compattezza mettendo da parte le polemiche e accogliendo il messaggio del presidente Cellino: «State vicino ai ragazzi e ci salveremo tutti insieme». Da parte dello zoccolo duro della tifoseria, l'attesa per l'appuntamento col derby è davvero febbrile (la curva nord, il cuore caldo del tifo, è andata sold out in poche ore) anche se (a prescindere dalla protesta montata tra gli ultras atalantini per le limitazioni alla trasferta) non ci sarà il sold out: la classifica difficile e la delusione per una prima parte di stagione al di sotto delle attese tra i tifosi più tiepidi offusca il fascino del derby.
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