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Vent’anni fa moriva Senna, il Pelè della Formula 1

Tre milioni di brasiliani in lacrime scesero in strada per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio
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Il pilota che parlava con Dio indossò per l’ultima volta il casco giallo vent’anni fa. Il primo maggio ’94, Ayrton Senna scattò dalla pole position nel Gp di San Marino a Imola. Diciassette minuti dopo, la sua Williams numero 2 si schiantò contro il muretto all’uscita della curva del Tamburello.

Un impatto causato dal cedimento del piantone dello sterzo. Nello schianto un frammento del braccetto della sospensione si infilò nella visiera del casco, colpendo a morte il pilota. Senna perse conoscenza, i medici cercarono di rianimarlo in pista prima di trasportarlo in elicottero all’ospedale di Bologna, dove il cuore del brasiliano cessò di battere.

Finiva così a 34 anni, in un week end tragico (il giorno prima l’austriaco Roland Ratzenberger aveva perso la vita dopo lo schianto alla curva Villeneuve), l’avventura terrena di uno dei piloti più amati di sempre.

Sulla sua tomba di Morumbì è inciso il versetto biblico «Nulla mi può separare dall’amore di Dio». Uomo mistico e pilota implacabile. Ad accomunarli un casco giallo, l’ultima istantanea di una vita vissuta sul filo dei millesimi.

 

 

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