Vela

Dopo due anni di assenza tornano i tedeschi capitanati da Luitpold di Baviera

Il principe diretto discendente di re Ludwig III correrà con il suo Asso 99. Avrà come tattico l'olimpico trentino Gian Franco Oradini
Luitpold Rupprecht Heinrich Prinz von Bayern
Luitpold Rupprecht Heinrich Prinz von Bayern
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I tedeschi stanno tornando. Dopo due anni senza barche con la sigla Germ le carene dei vari land stanno approdando al loro Gardasee. A capo della flotta c'è Luitpold von Bayer, il principe bis nipote di Ludwig III, l'ideatore dell'Oktoberfest. Sarà al via con il suo Asso 99 e le insegne del Konig Ludwig. Luitpold Rupprecht Heinrich Prinz von Bayern, secondo nella successione per il trono di Baviera, avrà nel suo equipaggio il velista trentino Gian Franco Oradini, primo nella Cento del 1969 con il catamarano Tornado in compagnia del veronese, e bronzo olimpico nel '68, Fabio Albarelli.

I due con Sergio Di Martino furono poi alle Olimpiadi del 1976 sul lago Kingston, Canada, con il triplo Soling. I panzer tedeschi onoreranno le tante vittorie meritate nella Centomiglia, in particolare quella del 1972 con il legno bavarese di Manjana della famiglia Adolff, tutti a bordo, e questa tradizione delle Family tornata protagonista nel 1964 con il Manuela (era una barca disegnata da Giulio Cesare Carcano) di Beppe Croce (allora presidente della Federazione Italiana Vela), i suoi figli Gigi e Carlo, tutti velisti con una partecipazione ai Giochi Olimpici nel loro Palmares. Da sottolineare che in quell'anno la Centomiglia divenne epica causa un temporale estivo che decimò la flotta con soli tre scafi all'arrivo, oltre alla famiglia Croce i tedeschi del Manjana e la barca della Marina Militare.

La Centomiglia ed i tedeschi

La Centomiglia, e il Garda, tornando così ad avere gli abituali ospiti dopo due stagioni difficili. In regata abbiamo avuto austriaci e svizzeri, alcuni della Repubblica Ceca e nulla più. I grandi strateghi a cercare di capire come mai queste assenze. Nulla più che una pandemia che ha decimato tutti, o quasi, gli eventi agonistici, senza nessuna distinzione. Gian Franco Oradini oltre a queste sue significative vittorie ci ha ricordato la storia della Rennjollen Komet, prima assoluta nel 1962, poi acquistata dalla sua famiglia e portata nella loro casa di Arco. Dove qualche anno fa è stata completamente ristrutturata.

E qui Oradini ci racconta dei maestri d'ascia che lavoravano in Trentino, molto spesso nell'Hangar della Fraglia Vela di Riva. Primo su tutti un giovanissimo Berto Foletti, scomparso da un paio d'anni, da tutti conosciuto come promoter del piccolo guscio dell'Optimist. Prima grande artista con il legno, allievo di Edo Cernischi, l'istriano che era il vero motore dei cantieri di riva, autore di varie star, del Cr di Italo Rusinenti che venne prima portato a Barbarano e successivamente alla Canottieri Garda di Salò. Fino all'ultimo 5.50 della famiglia Croce, il "Manuela VII" che vinse l'ultimo tricolore di questa barca con Beppe Croce al Timone. Carena firmata da lo statunitense Britton Chance Jr, oro olimpico nel '52 alle Olimpiadi di Helsinki con una carena che aveva lui stesso progettato. Crediamo sia un caso unico nella storia dei Giochi velici, sempre e comunque legato al nostro lago e alle sue regate più belle, come la Centomiglia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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