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Un missile di nome Sofia Goggia: sua la discesa di Cortina

Ennesimo capolavoro di velocità e coraggio per la 25enne finanziera bergamasca, che a Cortina conquista una splendida vittoria
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Sofia Goggia vince la discesa libera di Cortina, valida per la Coppa del Mondo di sci femminile. Grande prestazione della bergamasca che ha concluso con il tempo di 1:36.45, precedendo le statunitensi Lindsey Vonn, seconda in 1:36.92 e Mikaela Shiffrin (1:37.29). Quarta la svizzera Lara Gut. Per l'azzurra, quarto successo in carriera in Coppa del Mondo e secondo stagionale.

«Sono stati una gara ed un risultato eccezionali. Ma non è stata davvero una discesa facile, qualche errore l'ho commesso anche io e la visibilità non era sempre perfetta. Ma avevo ben in testa la mai linea e l'ho seguita attaccando sempre, senza guardare quello che avevano fatto le altre, ma affidandomi solo alle indicazioni dei mie allenatori».

Sofia Goggia - seconda vittoria in serie in discesa e per giunta a Cortina quando ormai la gara delle Olimpiadi è sempre più vicina - è felicissima e super festeggiata nel parterre della Olympia delle Tofane.

La sua è stata una cavalcata pazzesca, sempre al limite senza paura nella quale ha battuto la favorita Lindsey Vonn. L'americana - 11 successi a Cortina e miglior tempo in entrambe le prove cronometrate - al primo intermedio aveva 14 centesimi di vantaggio su Sofia, 58 al secondo calati a 14 al terzo. Ma poi, su un dossetto, c'è stato l'errore fatale con uno sci un pò di traverso e tanto è bastato all'azzurra per vincere.

E questo nonostante Lindsey avesse - con i soliti supersci a sua disposizione ed un fisico potente - nello Schuss centrale una puntate di 135 Km contro i soli 129 di Sofia. Ma alla fine ha vinto Goggia con il suo incredibile coraggio. «Se Lindsey non avesse fatto quell'errore avrebbe forse vinto lei ma sul gradino più alto del podio ci sono io», ha riconosciuto la Goggia ben consapevole della sua impresa: nelle gare più difficili si vince anche sbagliando meno dei rivali. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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