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Tutto quello che si è detto sui cori razzisti contro Balotelli

Salvini: «Un operaio Ilva vale 10 volte più di lui». Segre: «Ancora guardiamo il colore della pelle?». Attesa per il giudice sportivo
INSULTI A BALOTELLI, IL CASO
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«Erano in venti a far buuh e ululati razzisti, il resto della curva veronese applaudiva invece Balotelli». È il referto che la Procura della Figc ha preparato per il giudice sportivo chiamato oggi a valutare i fatti della partita Verona-Brescia, che hanno riportato nella bufera razzismo il calcio italiano. 
La serie di insulti e buu rivolti a Mario Balotelli ha indotto l'attaccante ospite a reagire e obbligato l'arbitro a fermare il gioco, facendo aprire un nuovo capitolo di un vergognoso dejavu cui non si riesce a mettere la parola fine. 

Intanto infiamma la polemica, sul fronte sportivo e politico. A riaccenderla con ancora più vigore sono state parole del capo ultrà dell'Hellas, Luca Castellini, il quale non solo ha accusato Balotelli di aver messo in piedi «una pagliacciata» per insulti «sentiti solo nella sua testa» ma lo ritiene un italiano a metà perché «ha la cittadinanza ma non potrà mai essere del tutto italiano».

 

 

Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, si è rivolto al club gialloblù chiedendo di «condannare quanto avvenuto e a prendere necessari provvedimenti» e al sindaco di Verona, Federico Sboarina, che aveva negato l'episodio, invitandolo «a rivedere i filmati e prendere le distanze da quei cori». Il primo cittadino però non ha fatto marcia indietro: «Non può essere che da un presupposto che non esiste, perché allo stadio non ci sono stati cori razzisti, vengano messe alla gogna una tifoseria e una città».

Uefa e Fifa hanno da tempo il radar acceso sull'Italia, e il vicepresidente della confederazione calcistica europea, Michele Uva, ha criticato i club: «Possono revocare la tessera a un tifoso, non farlo più entrare. Bisogna applicare tale regola ma pochissimi lo fanno».

Dal mondo della politica, sono venute parole di condanna per gli insulti ma anche e soprattutto per le frasi dal capo ultrà, dal M5S al Pd fino a Fratelli d'Italia, con Giorgia Meloni che ha invitato «a combattere il razzismo e lavorare sul tema della sicurezza negli stadi». Dribbla sul tema Matteo Salvini: «Con 20 mila posti di lavori (dell'Ilva, ndr) a rischio, Balotelli è l'ultima mia preoccupazione. Non abbiamo bisogno di fenomeni».

Si schierano con l'attaccante del Brescia Liliana Segre («ancora guardano i colori delle persone?»...) e il presidente della Camera, Roberto Fico: «Non sarà mai del tutto italiano chi è razzista». 

In piena bufera, un aiuto concreto è atteso dalla tecnologia. Una delle soluzioni allo studio per individuare chi insulta sono i pannelli acustici, che fanno individuare la provenienza esatta dei cori per applicare le sanzioni ai responsabili. È inoltre già in via di sperimentazione - lo ha fatto l'Udinese alla Dacia Arena - un sistema di riconoscimento facciale che consente di bloccare ai tornelli i tifosi a cui è vietato l'ingresso allo stadio. Un aiuto nei grandi impianti, ma forse non sarà sufficiente per cambiare una mentalità: ieri in Lombardia, durante una partita tra Pulcini, ad un giocatore di dieci anni è stato urlato «negro di merda».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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