Tredici domande sul nuovo stadio
Uno stadio che si ispira ad un museo, una struttura capace di vivere più giorni a settimana, un progetto che riqualifica un intero quartiere, con servizi, cinema, verde.
Eccolo il progetto degli australiani per il nuovo stadio di Brescia. Dopo il sopralluogo di fine maggio, John Caniglia, l’italo-australiano regista dell’operazione, svela al GdB i suoi piani. Obiettivo: costruire un impianto da 25mila posti e lavori al via la prossima estate.
1. Dott. Caniglia, grazie di aver accettato la nostra intervista. Può presentarsi ai nostri lettori?
Si è parlato molto dell'operazione che stiamo portando avanti ed è giusto soddisfare la curiosità dei bresciani. Prima di tutto la ringrazio di questa opportunità per presentare il gruppo qualificato che sta portando avanti questa operazione. Siamo un gruppo di professionisti che insieme abbiamo tutte le competenze necessarie per arrivare alla realizzazione dell'opera. Siamo anche dei grandi appassionati di sport e abbiamo trasformato la nostra passione nel nostro lavoro. Per gli italo-australiani lo sport è da sempre un importante legame con l'Italia. Tengo a sottolineare che il nostro gruppo è composto da professionisti con esperienze diversificate in tutti gli aspetti del progetto e stiamo lavorando insieme da squadra per raggiungere il risultato a Brescia. Non vogliamo solamente costruire quello che in inglese definiremmo a world class stadium, ma vogliamo anche migliorare l'area dove sorgerà, creando valore aggiunto non solo economico ma anche, e soprattutto, sociale per tutti i bresciani. Un luogo che i bresciani potranno godere e a cui si sentiranno legati.
2. La sua società, iSteem, è interessata alla realizzazione del nuovo stadio di Brescia. Lo scorso maggio avete visitato la città. La domanda che tutti si fanno è: perché, dall'Australia, avete scelto Brescia?
Una premessa. Il gruppo iSteem non realizzerà il progetto Brescia che verrà invece costruito da un consorzio creato ad hoc per sviluppare e realizzare il progetto. Venendo alla sua domanda, perché Brescia, bisogna considerare che in Australia ogni città ha impianti sportivi di altissimo livello. Chi come noi vuole costruirne di nuovi deve quindi necessariamente guardare al mercato estero e, da italo australiano, non potevo che scegliere l'Italia, Paese che amo profondamente. Venendo ai motivi economici che ci hanno convinto va ricordato che la Provincia di Brescia è la quinta per abitanti in Italia, il mercato quindi è ampio, oltretutto il reddito pro capite è alto se comparato con altre aree d'Italia e con molte altre zone d'Europa. Geograficamente inoltre la posizione di Brescia è perfetta; nel centro dell'Europa e al centro del Nord Italia che, con la vicina Germania meridionale, è forse l'area più dinamica d'Europa. Abbiamo anche considerato le infrastrutture già esistenti. La metropolitana che arriva allo stadio, la linea alta velocità che collega Brescia a Milano ed il progetto dell'alta velocità verso Verona e, in prospettiva, Venezia. Consideri che già ora dalla stazione di Milano in 50 minuti si può arrivare allo stadio di Brescia per magari, una volta che avremo realizzato l'opera, godersi un bel concerto o, ad esempio, uno show dei monster trucks. Altrettanto importante è la vicinanza al Lago di Garda con i suoi turisti che, in estate, vogliamo portare a Brescia a godersi un bel concerto allo stadio magari dopo che avranno fatto un po' di shopping in centro visitando le meraviglie che Brescia offre. Anche i collegamenti stradali sono ottimi. Ci sono infatti ben tre autostrade che passano da Brescia. L'Austria e la Germania meridionale, grazie al Brennero, e la Svizzera sono a due passi e, in occasione di concerti, magari con dei pullman organizzati ad hoc, possiamo attirare tantissimi spettatori anche da là. Infine siamo rimasti colpiti dalla voglia di fare della politica bresciana, sia dal Sindaco Del Bono, sia dell'opposizione. Siamo certi che i politici bresciani, nell'ambito della giusta dialettica politica, sono in grado di capire un'opera che non è solo uno stadio ma è, anche e soprattutto, l'occasione per creare centinaia di nuovi posti di lavoro per la città perché il nostro progetto non è solo uno stadio, ma un investimento per lo sviluppo di Brescia. In quest'ottica abbiamo considerato anche che vicino a Mompiano ci sono due ottime Università ed un Ospedale fra i più importanti d'Italia.
3. Si è parlato anche del coinvolgimento della società Multiplex. È corretto? Chi sono i soggetti coinvolti nel'operazione?
Nei prossimi mesi renderemo noti tutti i soggetti coinvolti nell'operazione. Multiplex, di cui si è parlato molto, è solo una delle opzioni. È una società di costruzioni che opera con successo a livello globale e, se entrerà in gioco, sarà solo al momento della costruzione. Tuttavia ci tengo a sottolineare che noi vogliamo prima di tutto coinvolgere aziende locali con forza lavoro locale e ovviamente con consulenti ed esperti della normativa italiana. In un'operazione di questo genere però il soggetto veramente importante è il fondo che finanzia e chi deve sapere ha già avuto informazioni in merito.
4. Qual è il vostro obiettivo? Vale a dire: che tipo di stadio intendete realizzare (capienza, tipologia...)? C'è un modello a cui vi ispirate?
Il nostro modello non è uno stadio ma è il Museo Guggenheim di Bilbao non solo perché l'impianto sarà architettonicamente bellissimo, ma perché vogliamo portare a Brescia l'effetto Guggenheim. Bilbao era una città fuori dalla tradizionali rotte turistiche. Il Museo ha cambiato tutto, una singola opera architettonica ha portato milioni di turisti e, con essi, nuova ricchezza. L'attuale stadio, ma in generale gli stadi italiani, generano invece l'effetto opposto, portano gente la domenica creando, come a Brescia, disagio agli abitanti della zona. Le aree degli stadi inoltre di fatto durante la settimana sono zone deserte. Noi pensiamo invece ad uno stadio che non sia un disagio la domenica e che attiri la gente ogni giorno, che attiri turisti e bresciani che poi magari mangiano una pizza nei ristoranti della zona. Vogliamo dare vita al quartiere quindi uno stadio che aumenti il valore degli immobili della zona, un po' come è successo con il Museo Maxxi a Roma. So che sembra strano ma in questi mesi ogni volta che ci chiedevamo che stadio volevamo fare alla fine il paragone era sempre con dei musei, mai con altri stadi. Non posso però sfuggire alla sua domanda di come sarà lo stadio. Avrà 25.000 spettatori, il tetto sarà retrattile per garantire l'uso in qualunque condizione atmosferica e per difendere il quartiere dall'inquinamento acustico di partite e concerti. Non sarà uno stadio solo per il calcio, sarà la casa di tutto lo sport bresciano, del calcio certamente, ma speriamo anche del rugby che da australiano amo. Grazie ad un sistema di tribune mobili garantiremo inoltre 12/15.000 posti per gli sport indoor per quegli eventi per i quali i 5.000 posti dell'Eib sono insufficienti. Un'opera non alternativa ma complementare al nuovo palasport. Penso al Basket Brescia a cui faccio i complimenti per dieci fantastici anni di crescita ininterrotta che, pur giocando all'Eib, potrà in futuro decidere di disputare le partite piuù importanti davanti a 12/15000 spettatori. Lo stadio sarà anche la più importante opera antisismica della città e per questo vogliamo coinvolgere la Protezione Civile. Da australiano infatti credo nella prevenzione e non amo farmi prendere allo scoperto se qualcosa accade e da figlio di alpino credo nella solidarietà.
Le chiedo scusa se mi sono dilungato un po' con questa risposta, ma la nostra squadra crede tanto in questo progetto e, anche se può sembrare banale, abbiamo trovato ispirazione da una frase pronunciata dal personaggio Taro, il sindaco di Marsiglia magistralmente interpretato da Gérard Depardieu nella fiction Marseille. La cito testualmente: «You see, Driss, Marseille is a fusion. In this city, some people only cross paths at the stadium. The rest of the time, they live in totally separate worlds. Workers, employees, bankers rich, poor, black or white, they have just one thing in common, one reason for seeing eye to eye: their football team» (Vedi, Driss, Marsiglia è una mescolanza. In questa città alcune persone si incrociano solo allo stadio. Operai, impiegati, banchieri, poveri, ricchi, neri o bianchi, hanno solo una cosa in comune, una ragione per vedersi faccia a faccia: la loro squadra di calcio). Lo stadio per me è questo, prima di tutto è un luogo di incontro, di aggregazione, ovviamente non solo per il calcio, ma per qualunque cosa che la nostra e la vostra immaginazione porterà dentro lo stadio.
5. Sarà un impianto polifunzionale, vale a dire dedicata non solo al calcio ma aperto più giorni a settimana per concerti, eventi, iniziative?
Si sarà uno stadio multifunzionale. Forse lo stadio non sarà aperto tutti i giorni, anche se cercheremo il massimo utilizzo, ma le assicuro che l'area dello stadio, ora lasciata a se stessa, sara' un'area viva in ogni momento dell'anno. Lo stesso stadio ospitera' attivita' sempre aperte durante la settimana.
6. A maggio avete fatto un sopralluogo all'attuale stadio. Pensate che quella possa essere una buona location dove fare il nuovo impianto (demolendo quello vecchio). O state valutando altre soluzioni?
Uno dei motivi per cui a Maggio siamo venuti a Brescia, oltre naturalmente al progetto stadio, è stato quello di vedere in prima persona l'organizzazione della Mille Miglia, di imparare da Brescia come gestire un evento di questo tipo traendone il massimo delle potenzialità. Il nostro gruppo detiene infatti i diritti esclusivi della Targa Florio in Australia abbiamo tenuto a Melbourne nel 2017 il primo evento della Targa Florio fuori d'Italia.
Nell'occasione abbiamo visitato lo stadio e riteniamo che l'area più adeguata sia Mompiano. Sappiamo che gli abitanti del quartiere hanno sofferto la presenza dello stadio e temono il futuro. Li capisco, probabilmente la penserei come loro se abitassi lì. Quando fra poche settimane verrò a Brescia voglio incontrare i residenti e voglio spiegargli quello che facciamo. Ai residenti di Mompiano ora chiedo solo di avere fiducia. Incontriamoci, parliamone. Vedranno in anteprima quello che pensiamo di fare e, insieme, ne discuteremo. Vogliamo incontrare gli abitanti della zona, i negozianti e i ristoratori di Mompiano e siamo pronti a discutere le modifiche che ci suggeriranno. Una cosa posso peroò dirla. Questo stadio vi regalerà il più bel quartiere della città, vi darà più verde e porterà vita alla zona, oltre che una viabilità rivista e migliorata. Vedrete. Voglio però anche incontrare gli ultras e i tifosi. Io sono un ex calciatore e credo che senza il dialogo con i tifosi non si possa fare nulla. Noi crediamo nei tifosi. Certamente vogliamo il dialogo con le società sportive, ma le proprietà delle squadre cambiano nel tempo, i tifosi restano, per questo prima vogliamo parlare ai tifosi perché sono loro i veri e i soli proprietari della squadra. Fare sport dimenticandosi di questo è per me inconcepibile. Io sogno ad esempio un calcio dove i tifosi abbiano una quota della società e chissà se un giorno, da qualche parte, potrò realizzare il mio sogno.
7. Ci saranno altre strutture e/o funzioni oltre all'impianto sportivo? Cinema, uffici, ristorazione, il museo del Brescia Calcio...
La condizione per portare avanti il progetto è che ci sia un ritorno dell'investimento. Lo stadio stesso ospitando diverse squadre e non solo il Brescia calcio da settembre a giugno e concerti di fama mondiale in estate, sarà uno stadio capace di generare reddito. Ma non basta per garantire il ritorno dell'operazione. Stiamo infatti parlando di un investimento finanziario dall'estero di grande entità. Per questo abbiamo deciso di costruire altro, ma vogliamo fare solo cose che servono alla città. Ci rifiutiamo infatti di fare l'ennesimo centro commerciale che renderebbe ancora più difficile la vita dei commercianti di Brescia. Abbiamo pensato invece di dare alla città cose che le mancano. Ad esempio a Brescia manca un campus universitario e mancano strutture dove ospitare anziani che sono ancora autosufficienti, che non vogliono quindi andare in un ricovero, ma che hanno bisogno di avere ambulatori vicini, tavole calde di buon livello se un giorno sono stanchi di cucinare, oppure semplicemente che hanno bisogno di qualcuno che faccia loro la spesa. L'idea è di costruire spazi abitativi dove mettere insieme anziani e giovani studenti per creare un quartiere dove le generazioni si incontrano, Negli stessi spazi vogliamo anche ospitare medici e infermieri che lavorano all'ospedale e che hanno bisogno di un service residenza comunale magari per pochi mesi. Oltre a portare questi nuovi residenti vogliamo dare vita alla zona costruendo un cinema con il primo Imax italiano, un hotel e una zona uffici dove ospitare magari qualche societa in fuga dal Regno Unito a causa di Brexit. Vogliamo creare un'area viva con tanto, tantissimo verde. Il verde è l'elemento chiave dell'operazione e desideriamo valorizzare anche il fiume Mella che scorre lì ma che, al momento, è coperto da cespugli incolti. E poi un piccolo museo australiano, magari di arte aborigena, il primo in Europa dove le scolaresche potranno imparare un modo diverso di vivere ed una cultura millenaria. Personalmente, come accennavo sono figlio di alpino, vorrei anche costruire un museo degli Alpini bresciani che catturi l'essenza e l'anima degli alpini che sono cari a tutti noi. Un museo che sia un ricordo del passato ma che renda il passato vivo.
8. Qual è il budget dell'investimento? Si è parlato di 100 milioni di dollari...
Potrebbe essere anche più alto. Stiamo valutando i costi con attenzione.
9. Qual è il cronogramma dell'operazione? A settembre presenterete lo studio di fattibilità? E le prossime tappe?
A settembre, fine settembre, presenteremo il master plan poi concorderemo con la citta' la tempistica.
10. Pensate di sfruttare la legge stadio italiana, che consente un iter semplificato? In caso il progetto deve essere presentato da una società sportiva. Pensate a una collaborazione con il club Brescia Calcio?
Mi permetto di correggerla. Il progetto secondo la legge stadi, che certamente utilizzeremo, va presentato da chi vuole fare l'opera, quindi da noi, e non dalla società sportiva. Certamente presenteremo il progetto al Brescia calcio che noi vorremmo avere come partner nell'operazione. Non c'è dubbio che lo stadio sarà anche la casa del Brescia calcio, ma la legge comunque non prevede necessariamente il coinvolgimento di una società di calcio e lascia ampie alternative.
11. Si è detto anche che, causa Brexit, una società australiana (la Multiplex?) potrebbe trasferire la sua sede da Londra a Brescia. È un'ipotesi legata all'operazione stadio e che rientra nel vostro progetto?
Costruiremo un'area dedicata ad uffici e dobbiamo riempirla. Per questo dei nostri soci sono al lavoro per portare a Brescia, se il progetto passerà, alcune società attualmente nel Regno Unito. Questo porterà alla città tanti nuovi posti di lavoro, oltre a quelli che arriveranno grazie alle strutture già menzionate. Le aziende bresciane inoltre potranno piu' facilmente fare affari con importanti società non italiane e questo porterà ulteriore ricchezza e lavoro. Ne parleremo anche con l'Associazione Industriale Bresciana e la Camera di Commercio.
12. Nei vostri piani, che orizzonte temporale vi siete dati? Quando potrebbe essere pronto il nuovo impianto?
A settembre il masterplan poi, dipendesse da noi, saremmo pronti a partire in pochi mesi, diciamo a fine campionato. Sono certo che insieme al Comune e dialogando con l'opposizione definiremo una road map. Ci credo fortemente perché questo progetto grazie alle strutture che verranno create porterà migliaia di posti di lavoro in città. All'estero, nel resto di Europa, maggioranza e opposizione si allineano sempre quando si tratta di portare investimenti stranieri che generano ricchezza. Siamo certi che sarà così anche a Brescia. Non ho ancora trovato un politico che dica no a nuovi posti di lavoro.
13. Brescia aspetta un nuovo stadio da almeno 20 anni. Vi sono stati moltissimi progetti e annunci, ma non si è mai realizzato nulla. Questa potrebbe essere la volta buona?
Ci sono i soldi, c'è la volontà. Insieme ce la possiamo fare. È il momento giusto, io credo fermamente, come ho detto, che non si tratti solo di costruire uno stadio, ma di creare un punto di riferimento per i bresciani. Vogliamo coinvolgere tutti quelli che in inglese definiamo stakeholders (cittadini di Mompiano e gli altri bresciani, i tifosi, le aziende, le università, i politici, le società sportive etc) per creare insieme un word class urban community project che definisca gli standard di un ecosistema sociale di cui Brescia andrà fiera. Troveremo l'equilibrio tra le diverse istanze, presenteremo il progetto e metteremo le risorse. Abbiamo la ferma volontà e l'assoluta convinzione che possiamo portare a termine questo fantastico progetto. Lo faremo insieme a tutti voi.
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