Tokyo 2020, Cassarà per il riscatto: cerca il terzo oro
Prima la corsa, poi il fioretto. Prima tocca a Jacobs, alle 12.45 italiane, poi a Cassarà.
Il desenzanese, con il suo 2021 in crescendo (titolo europeo indoor sui 60, record italiano sui 100, prestazioni eccezionali nei meeting della Diamond League) può avere la sua ciliegina.
Andrea Cassarà non vuole tornare a casa a mani vuote, così stanotte a partire dalle 2, il mancino originario di Monterotondo di Passirano scenderà all’attacco insieme ai colleghi Daniele Garozzo, Alessio Foconi e Giorgio Avola nel torneo di fioretto a squadre.
Ci sono da cancellare la defaillance della prova individuale, in cui il bresciano è stato costretto anzitempo ad alzare bandiera bianca già al secondo turno, e la delusione per il quarto posto ottenuto a Rio 2016. Nella testa di Cassarà c’è la speranza di emulare Aldo Montano, capace tre giorni fa di salire sul podio della sciabola a squadre 17 anni dopo Atene 2004. Anche Cassarà, come il livornese, diede il la alla sua avventura a cinque cerchi proprio in terra greca, riuscendo ad acciuffare due medaglie: il bronzo individuale e l’oro a squadre.
Da Atene tornò a casa con la corona di ulivo sulla testa, ripetendosi poi nuovamente a Londra 2012, conquistando nel torneo a squadre l’ultimo trionfo olimpico di un atleta bresciano.
Non solo, quella del fioretto a squadre di nove anni fa è anche l’ultima delle medaglie olimpiche acciuffata da un portacolori della nostra provincia. Il digiuno comincia a farsi sentire, pertanto Cassarà ha adesso la ghiotta occasione di sfatare questo tabù. D’altronde nella sua carriera ha vinto medaglie solo nelle sue partecipazioni olimpiche dispari, quindi la prima e la terza, rimanendo a bocca asciutta nella seconda e la quarta. Essendo quella nipponica la quinta avventura a cinque cerchi, forse potrebbe essere la volta buona.
Movimento in crisi. I fiorettisti saranno inoltre chiamati a cancellare le prestazioni decisamente sotto tono delle squadre tricolori. Finora infatti nessuno dei nostri team è riuscito a vincere, in una disciplina che ai Giochi olimpici è sempre stata una vera e propria miniera d’oro per i colori azzurri e che nelle ultime edizioni aveva regalato frequentemente successi davvero entusiasmanti. Ieri addirittura gli spadisti hanno fallito il podio nella competizione a squadre. Andrea Santarelli, Marco Fichera, Enrico Garozzo e Gabriele Cimini, si sono fermati ai quarti di finale, battuti dai russi con il punteggio di 45-34. Parole deluse. L’Italia, dopo una prima metà di assalto sul filo dell’equilibrio, ha subito l’allungo dei russi senza riuscire più a riprenderli. In seguito hanno perso anche con l’Ucraina e battuto la Svizzera nella consolatoria gara per il settimo posto. Gli spadisti azzurri hanno raccontato così la loro delusione: «Fino a metà del quarto di finale stavamo disputando un buon match, pur se con degli errori individuali che possono starci. Non abbiamo saputo ben gestire il nervosismo generato da alcune decisioni arbitrali discutibili. Qualcosa evidentemente non ha funzionato e ci lecchiamo le ferite per un risultato che non ci soddisfa. Ci abbiamo messo il cuore, ma purtroppo non è andata come volevamo».
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