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Tifanny, volley e transessuali: le società chiedono aiuto

Le società di serie A1 e A2 si sono impegnate a non tesserare altri transessuali prima che siano chiarite le regole
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Silenzio stampa. Il Millenium Brescia dopo aver perso 3-1 in casa di Palmi, si cuce la bocca. Non è dato sapere il motivo: alla richiesta di spiegazioni, il general manager della società bresciana, Emanuele Catania risponde con un perentorio “No comment”.

Vero è che, la sconfitta in terra calabra, non ha il sapore di un normale insuccesso perché arriva dopo la polemica esplosa riguardo la giocatrice transessuale Tifanny Pereira. La giocatrice transessuale ingaggiata durante il mercato invernale dalla squadra calabrese.

La dirigenza bresciana non parla, ma a darle voce è la prestazione proprio della pereira. La giocatrice brasiliana chiude il match realizzando ben 28 punti quasi la metà dei punti totali realizzati da Palmi.

Forse, quindi, il disappunto è proprio per questo.

La polemica, quindi, nonostante il silenzio rimane aperta: è giusto che una transessuale, che ha fisiologicamente caratteristiche maschili, possa giocare nei campionati femminili? Per ora la risposta è sì: Palmi, infatti, sfruttando un vuoto normativo, ha potuto inserire Tifanny nel gruppo perché i documenti riportano il genere femminile e le analisi – che non essendoci l’obbligo non sono state visionate dalla federazione - sembrerebbero confermare che il livello del testosterone è nei parametri previsti.

Ora la palla passa alla fipav: durante un incontro fra le società dei campionati di serie A1 e A2 è stato stilato un documento in cui si ribadisce la necessità che la federazione definisca una normativa. I club si sono impegnati ad attendere le nuove regole prima di tesserare altri transessuali.

 

 

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