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Tavecchio scarica il Parma, entro domani si chiude la partita

Per Carlo Tavecchio la Federazione non può prendersi altre responsabilità nella vicenda del salvataggio. Debito fissato a 2,6 milioni
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Ci sono 2 milioni e 600mila motivi che dividono Brescia e Parma. Tanti quanti gli euro di debito della società ducale, certificati dal Tribunale di Parma. Una doccia fredda per chi si aspettava che il passivo fosse più pesante.  “Nessuna sorpresa” dice invece Rinaldo Sagramola, amministratore delegato del Brescia Calcio che è alla finestra per capire quale sarà il futuro del Parma, strettamente legato a quello del club di via Bazoli.

La parola deve quindi passare inevitabilmente alla Federazione che per salvare il Parma dovrebbe stravolgere le regole e far finta che a bilancio dei ducali non esistano 114 accordi con altrettanti calciatori. Contratti con relativi incentivi all’esodo che per i curatori fallimentari e il Tribunale di Parma non devono essere contemplati nel debito sportivo.

Proprio ieri, però, il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha gelato le speranze dei ducali spiegando che la Federazione non si assumerà alcuna responsabilità nel salvataggio della società.  «Voglio essere molto chiaro - ha detto Tavecchio - nei mesi che hanno preceduto la chiusura della stagione, abbiamo, nell’interesse del campionato, parlato con la lega Serie A. Tutti, o quasi, hanno accettato di intervenire a favore del Parma con un contributo e i calciatori, con serietà, hanno finito il campionato. Ora, nell’economia generale della chiusura di questa piccola "tragedia", i 5 milioni di debito sportivo di quell’intervento non sono parte determinante di fronte ad una parte contrattuale futura dove ci sono situazioni che mettono paura ai potenziali acquirenti e che devono essere valutate. La parte consolidata dai curatori è stata fatta con chiarezza, il futuro riguarda l’imprenditore che vuole subentrare se ha i fondi per mantenere quegli impegni. Ma in tutto questo la Federazione non ha alcuna facoltà, non è organo giuridico su trattative fallimentari e dà solo regole e comportamenti. Non possiamo prenderci responsabilità che non ci competono».

Dichiarazioni che suonano sinistre per le due cordate, che avevano invece chiesto garanzie scritte per non dover rispondere alle recriminazioni dei creditori ignorati dai curatori. 

Entro lunedì la partita deve essere chiusa: i due pretendenti, Mike Piazza e Giuseppe Corrado, hanno tempo fino alle 14 per presentare due offerte valide d'acquisto. E al Brescia non resta che attendere: se il banco salta si apriranno le porte del ripescagggio. 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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