Stefano Tacconi sui social: «Vicini comunista, io fascista»
Nove minuti di diretta Facebook. Postati e poi rimossi quando la bufera delle polemiche lo ha travolto. Lui, Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus e degli Azzurri, si lascia andare nel video, a considerazioni sparse d'ogni tipo e amarcord, snocciolati un chilometro via l'altro mentre in auto torna verso Milano dopo aver partecipato a Brescia ai funerali di Azeglio Vicini, il tecnico che lo convocò ai Mondiali di Italia '90 nonostante l'età non più giovanissima.
Con lui, in auto, c'è proprio il vice dell'ex ct della Nazionale, Sergio Brighenti, assieme al figlio dell'ex portiere e ad un suo amico. Proprio Brighenti svela un aneddoto che riguarda l'attaccante Babacar, proprio da poco approdato al Sassuolo dalla Fiorentina. A detta di Brighenti, dai tempi del Modena, sarebbe al corrente del fatto che i suoi documenti erano stati contraffatti e che il calciatore avrebbe in realtà 4 anni in più di quelli dichiarati.
Ma il carico da novanta (non Italia, in questo caso...) ce lo mette lo stesso Tacconi, che scoprendo la fede politica di sinistra di Vicini si dichiara fascista per poi lasciarsi andare a commenti subito tacciati di razzismo dalla rete, al punto da costringerlo, oltre che alla rimozione del video, anche alla pubblicazione di un'ulteriore diretta Facebook in cui si scusa e spiega che «con Brighenti si stava solo scherzando». Come pure di non essere in alcun modo razzista.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato