Sospetti su Brescia-Catania, Caracciolo: «Fango sul mio nome»
«È stato infangato il mio nome, sono persone che non conosco e che non mi sono mai state presentate. Sono pronto ad andare in Procura, non ho nulla da nascondere».
Risponde così Antonio Caracciolo alle notizie pubblicate da Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport che lo vedono coinvolto nel tentativo di compravendita della partita Brescia-Catania del 9 maggio, finita 4-2 per le rondinelle. Caracciolo verrebbe chiamato in causa nelle intercettazioni come il «treno numero tre», disposto ad accettare un accordo per permettere agli organizzatori di scommettere e speculare sulla partita. Negli articoli viene chiamato in causa anche Budel, nelle telefonate tra i faccendieri Fernando Antonio Arbotti e Piero Di Luzio verrebbe evidenziato come la sua disponibilità alla combine non fosse sicura. Per il momento, comunque, nessun giocatore del Brescia risulta indagato nell’inchiesta «I treni del gol», in cui sono finite ai domiciliari sette persone, tra cui il presidente del Catania, Pulvirenti.
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