Solidarietà, batte forte il cuore degli sportivi bresciani
Come può uno scoglio arginare il mare? Non può. E certe volte è davvero meglio così. Niente, nessuno, può arginare il mare di solidarietà che goccia dopo goccia è andato formandosi e ingrossandosi fino a diventare un nuovo punto sulla mappa della città. L’esercito dell’altruismo che combatte il nemico coronavirus, alle armi ha chiamato tutti. E tutti hanno risposto mettendosi a disposizione secondo possibilità. Mettendosi, di fatto, al servizio della nostra città.
All’appello non sono mancati nemmeno gli sportivi bresciani. Da soli o attraverso i loro club. Con iniziative personali, oppure in maniera organizzata e coordinata. Fa lo stesso e cambiando l’ordine dei fattori si sa che il risultato non cambia. La beneficenza non si dice, si fa: ma a volte è opportuno agire in deroga. Perché nell’epoca degli influencer, l’esempio di qualcuno nel quale ci si riconosce, può fare la differenza. E in fondo, perché è bello rendersi conto che nessuno vive sulla luna anche se la sua quotidianità si snoda su binari molto diversi da quelli dei più.
È il caso, appunto per tornare a bomba, degli sportivi di tutte le discipline. In questo spazio iniziamo parlando dei calciatori. Che hanno dato, dai professionisti ai dilettanti, il buon esempio. Non hanno voluto farsi pubblicità i giocatori del Brescia. Siamo noi in questo caso a «spifferare» tutto. E a far sapere che il loro lo hanno fatto: non si sono limitati agli appelli e alle campagne di sensibilizzazione sui social. Hanno parlato e hanno anche agito. Lo sappiamo per certo, perché abbiamo letto i loro nomi tra i donatori della nostra raccolta fondi AiutiAMObrescia. C’erano tutti e chi più chi meno in base alle possibilità e in rapporto allo stipendio, ha contribuito con un segno concreto. Hanno donato Torregrossa, Balotelli, Donnarumma, Bisoli... E poi anche gli Andrenacci e i Mangraviti, i Viviani... Ma anche gli stranieri: Skrabb, Ayé, Zmrhal. Ne citiamo alcuni, appunto, senza far torto agli altri, lo spogliatoio delle rondinelle, in tutto ha raccolto qualche migliaio di euro.
Questo per quanto riguarda la raccolta bresciana, ma ognuno aveva poi le proprie cause personali, in riferimento alle proprie zone d’origine, alle quali aderire. Il centrocampista Bisoli si è poi segnalato per aver messo a disposizione il proprio tempo a qualche associazione che organizza la spesa a domicilio per gli anziani. Il Brescia gli ha dato il via libera e nei prossimi giorni la sua attività al servizio del prossimo potrebbe prendere il via. Tra i professionisti, grande mobilitazione anche in casa FeralpiSalò. I Leoni del Garda sono riusciti a raccogliere circa 20.000 euro. Tutti - giocatori, dipendenti, dirigenti, staff tecnico, personale sanitario - si sono fatti trattenere una percentuale dello stipendio. Questo a livello collettivo, ma ci sono poi state anche altre iniziative a livello personale.
Non hanno avuto bisogno di farsi pregare nemmeno i calciatori dilettanti, dalla serie D in giù. Avvertenza: di seguito, citeremo solo alcuni esempi perché non si vuole far torto proprio a nessuno. In questo caso, i più hanno deciso di donare alle giuste cause il raccolto delle multe pagate da chi nel corso della stagione è arrivato in ritardo al campo, ha risposto male all’allenatore, ha rimediato un cartellino rosso o commesso qualche altra scorrettezza. In serie D si sa con certezza che ci ha pensato la Calvina, in Eccellenza la Bedizzolese. Poi il Roncadelle e il Passirano Camignone di Seconda categoria, le Rondinelle di Terza... E via così.
E saremo lieti nei prossimi giorni di ricevere altre «notifiche»: non si tratta di «farsi belli» in caso, ma di segnalarsi comunque in campo. In maniera diversa, ma comunque in campo. E stavolta, senza distinzione alcuna di categoria. Interrompiamo la sequenza calcistica per dare conto di un altro grande segnale: i 1.800 euro raccolti dalla Leonessa baseball ciechi: «Siamo vicini - ha detto Barbara Menoni in un video a nome di tutta la squadra - a tutti coloro che hanno perso dei cari nella battaglia contro questo orrore». Chapeau. Di cuore.
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