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Sodinha, il figliol prodigo tornato da Rio

Il brasiliano è rientrato lunedì sera in città, ieri mattina visite mediche e allenamento al San Filippo: «Sono a disposizione»
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Inutile nascondersi dietro a un dito troppo piccolo per celare la verità, la curiosità maggiore era vedere come l’avremmo ritrovato fisicamente. E non si può certo dire che il Felipe Sodinha incontrato lunedì alla Club House di via della Lana fosse un figurino.

Sovrappeso, come spesso l’abbiamo visto. Sovrappeso, com’era scontato che tornasse dopo due mesi di vacanze in Brasile. Due mesi e «un’aggiunta», che ora dovrà spiegare per bene ai dirigenti (Andrea Iaconi freme per parlarci a quattr’occhi, dopo averlo fatto al telefono) e ai compagni di squadra. Questione di rispetto. Perché quell’«aggiunta» di vacanza è ancora avvolta nel mistero.

Sodinha ha solo avanzato sui social network non meglio precisati «problemi famigliari», che il Brescia avrebbe anche assecondato, umanamente giustificato, se solo il giocatore si fosse fatto sentire per tempo. E invece quel silenzio prolungato, fino a tre giorni fa, l’ha fatto passare dalla parte del torto.

In via Bazoli non sono disposti a fare sconti. Non è trascorso un tempo sufficiente di assenza ingiustificata per far partire il deferimento, ma la richiesta di multa è già stata inoltrata in Federazione.

Sodinha non salirà in ritiro. Lunedì è atterrato alle 18 all’aeroporto di Verona, dopo uno scalo a Parigi, proveniente da Rio, all’ora di cena è arrivato in Club House. Questa mattina è atteso al San Filippo alle 9.30 per le visite mediche, a seguire l’allenamento sul campo di via Bazoli con i giocatori che non rientrano nei piani di Ivo Iaconi e agli ordini di Egidio Salvi, una bandiera, un mito biancoazzurro dal quale Sodinha può capire cosa significa quando si parla di attaccamento alla maglia.

Prima di fargli rilasciare dichiarazioni ufficiali, il Brescia preferisce chiarire a quattr’occhi. Lunedì da parte di Felipe poche parole ai fotografi che l’hanno immortalato in terra bresciana: «Sono felice di essere tornato a Brescia, mi metto da subito a disposizione della società che può utilizzarmi come crede».

Nessun accenno alla trattativa emersa con il Cesena seppure poi smentita dal diesse bianconero Foschi. Nei progetti tattici, leggasi 3-5-2, di mister Ivo per ora non c’è un posto da affidare a Sodinha, ma il tecnico è uno che ama giocare all’attacco e l’utilizzo del trequartista ci può stare. Niente però sarà più come prima. Se chiarimento ci sarà, il figliol prodigo dovrà capire che non può pensare di allenarsi e vivere come faceva l’anno scorso. Ora l’aria è cambiata, non è più tempo di coccole nel lettone di Ospitaletto.

Cristiano Tognoli

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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