Serse Cosmi: pensiero a Brescia durante il lockdown
«Dire che ci manca il calcio è poco, parlo con tutti i ragazzi. Un aspetto positivo è che i calciatori acquisteranno nuovamente l’aspetto ludico del gioco, un qualcosa che avevano perso. Mi auguro che ci sia la possibilità di ripartire anche se devo essere sincero: sono allertato perché la situazione in Umbria è molto diversa da quella che hanno vissuto a Brescia (sua ex squadra, ndr) o a Bergamo».
Questo il pensiero di Serse Cosmi sulla possibile ripresa dei campionati di calcio. In una diretta Instagram con La Gazzetta dello Sport, il tecnico umbro si è soffermato sul suo ritorno al Perugia: «È stata una grandissima emozione - ha ammesso Cosmi -. La prima volta sulla panchina della squadra del cuore avevo vissuto un sogno, pensare di tornarci non dico fosse impossibile, ma difficilmente realizzabile. Poi c’è stata questa possibilità e ho provato un grandissimo senso di responsabilità. I risultati altalenanti, non in linea con quanto ci aspettavamo tutti, derivano proprio da questo aspetto. Quando avevo finalmente capito meglio le cose è arrivato poi il virus che ha azzerato tutto».
Tra la prima e la seconda avventura a Perugia per Cosmi è cambiato tanto: «Rispetto a vent’anni fa sono nettamente più preparato e più pronto tatticamente - ha ammesso il tecnico umbro -. Ho allenato in Serie A senza l’esperienza che ho adesso, ma ero folle e spregiudicato: questa cosa mi ha portato a fare delle scelte tattiche straordinarie. Nessuno parla mai di quel Perugia che giocava un gran calcio, un 3-5-2 che neanche nella Juventus di Conte ho visto più».
Cosmi si è infine soffermato sul mondo degli allenatori: «Tra tecnici ci sono una violenza e un’ipocrisia cresciuta negli ultimi anni - ha sottolineato -. La rivalita’ c’è sempre stata, ma oggi rilevo un modo di confrontarsi controproducente, che fa il gioco di tanti presidenti».
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