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Scarponi, folla e lacrime per l'addio: «Sei morto da capitano»

È servito uno stadio a contenere le migliaia di concittadini, tifosi, familiari e amici arrivati per dire addio a Michele Scarpon
  • I funerali di Scarponi ad Ancona
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L'ultimo km dell’«Aquila di Filottrano» tra due ali di folla e applausi scroscianti. È servito uno stadio, il Comunale della località marchigiana, a contenere le migliaia di concittadini, tifosi, familiari e amici arrivati per dire addio a Michele Scarponi, campione di ciclismo ma soprattutto di lealtà e umanità, falciato sabato mattina da un furgone, che non gli ha dato precedenza, mentre si allenava con la sua bici, come sempre, sulle strade di casa.

Il feretro è stato portato a spalla dal ct Davide Cassani e dai compagni di squadra dell'Astana. E poi, su richiesta del Fan Club, due ali di folla hanno accompagnato in silenzio la salma all'uscita per lasciare all'intimità della famiglia la tumulazione. Una folla commossa - anche ciclisti in bici e intere famiglie con passeggini al seguito - ha partecipato incredula, così come i rappresentanti delle istituzioni, tra cui il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, alle esequie, stringendosi intorno alla famiglia del campione: la moglie Anna, i due gemellini Giacomo e Tommaso di poco meno di 5 anni, i genitori Flavia e Giacomo, i fratelli Marco e Silvia. Presente al completo l'Astana, con cui Scarponi si sarebbe presentato da capitano al Giro d'Italia complice la defezione per infortunio di Fabio Aru.

Molti gli sportivi, ma soprattutto amici, che hanno voluto rendere omaggio a Scarponi: da Peter Sagan, campione del mondo 2015 e 2016, a Vincenzo Nibali, dall'ex tecnico jesino dell'Inter Roberto Mancini a Marino Bartoletti e al ct azzurro di ciclismo Davide Cassani. «Sei morto da capitano - ha detto il ct ricordando le affermazioni ma anche il ruolo di grande gregario di Scarponi - lo eri e lo sarai sempre». Cassani, che ha rimarcato il contributo determinante di Michele alla vittoria nel Giro 2016 di Nibali, si è chinato sul feretro e vi ha deposto la maglia della Nazionale: «per te non è un regalo».

Messaggi di cordoglio per la morte del campione sono arrivati da tutto il mondo, ha ricordato Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo, persino da Paesi abitualmente non ciclistici come il Sudafrica e il Marocco. «Per noi è un lutto enorme», ha chiosato. E anche il grande Eddie Merckx ha fatto arrivare il suo cordoglio.

Ma la storia di Scarponi, ha ricordato il fratello Marco, non è solo allenamento: negli occhi di Michele tutti possono vedere la storia inarrestabile di sacrificio della famiglia Scarponi che lascia una traccia indelebile. «Michele è esempio di sacrificio, non per primeggiare, ma per essere compagno, amico, fratello; un esempio di collaborazione, dell'essere squadra», ha sottolineato il card. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo che ha concelebrato la messa.

Ora, ha detto il cardinale, serve una preghiera per «chiedere il dono della consolazione per la moglie, i figli, i parenti, gli amici e per la comunità di Filottrano. Abbiamo bisogno di consolazione e di pacificazione». Occorre pregare, ha osservato riferendosi all'investitore di Scarponi, «anche per chi porta nel cuore un fatto che ha segnato drammaticamente la vita di Michele e della sua famiglia». Lo stesso ha chiesto il sindaco Lauretta Giulioni aggiungendo che Filottrano» è la città di Scarponi e non mancheranno iniziative per far sì che il ricordo di lui rimanga indelebile».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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