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Sara Errani e il doping involontario «per colpa della mamma»

Sara Errani è stata squalificata per due mesi per avere assunto una sostanza vietata, il letrozolo
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Alla fine le è andata di lusso. Sara Errani è stata squalificata «solo» per due mesi per aver assunto una sostanza vietata dal codice antidoping della Wada: il «letrozolo», uno stimolatore ormonale e metabolico usato normalmente per trattare i carcinomi al seno. 

Dopo l'anticipazione del Corriere della Sera, è arrivata anche l'ufficialità da parte della ITF che ha rilevato la positività durante un controllo antidoping del 16 febbraio. Rientrata proprio oggi nella top 100 Wta, la Errani - una delle giocatrici simbolo del ciclo d'oro delle azzurre del tennis - potrà tornare in campo il prossimo 3 ottobre, saltando gli US Open (l'azzurra si era già cancellata dal torneo di Toronto, che inizia oggi).

Una pena leggera, che nasce in parte dall'ammissione di colpa (sia pure involontaria) e in parte dalle spiegazioni fornite, che però non mitigano il senso di amarezza dell'azzurra: «Mi sento estremamente frustrata, ma sono in pace con la mia coscienza: non ho mai assunto nessuna sostanza proibita - le sue parole postate via twitter -. È una sostanza presente in un medicinale che mia madre assume dal 2012, e che è presente a casa nostra: l'unica ipotesi è una contaminazione del cibo», ha spiegato la Errani che perderà anche i premi e i punti in classifica acquisiti nel periodo incriminato. 

 

 

«Il 16 febbraio - ha fatto sapere la ITF - la sig.ra Sara Errani ha fornito un campione di urina in seguito ad un test fuori dalle competizioni previsto dal Programma. Il campione era stato inviato presso un laboratorio accreditato dalla Wada a Montreal per essere analizzato. In esso era stato trovato del letrozolo, un inibitore dell'aromatasi inquadrabile nella classe S4 (stimolatori ormonali e metabolici) della lista delle sostanze proibite della Wada. Il 18 aprile alla Errani è stata comunicata la violazione dell'art. 2.1 del Programma Anti-Doping. La giocatrice ha prontamente ammesso la violazione e ha chiesto di essere sentita da un Tribunale indipendente», che il 19 luglio «ha raccolto le prove e sentito le argomentazioni legali di entrambe le parti ed è giunto ad una decisione il 3 agosto, stabilendo la squalifica di due mesi». 

Una ricostruzione che in parte non collima con quanto fatto sapere dalla Errani che ha ripetuto di «non aver mai assunto, nella mia vita e durante la mia carriera, nessuna sostanza proibita. Questa sostanza è tuttavia presente nel Femara, un medicinale che mia madre assume giornalmente dal 2012 a scopo terapeutico, in seguito ad un intervento chirurgico subito per un tumore al seno, ed è quindi presente fra le mura domestiche», ha chiarito l'azzurra. 

«Sono sicura al 100% di non aver assunto una pastiglia per errore. L'unica ipotesi percorribile è quella di una accidentale contaminazione del cibo, consumato all'interno della nostra casa», ha aggiunto la Errani che ha fatto sapere di essersi sottoposta anche a un test sui capelli dove «non è stata trovata la minima traccia» del farmaco proibito. 

«Questo evidenzia che la quantità che ho involontariamente ingerito era inferiore a una singola compressa, in accordo con un'ingestione accidentale di una porzione di cibo contaminato. I risultati di questi esperimenti non sono stati ammessi come prove a mio favore per via di un cavillo legale», ha concluso la Errani che paradossalmente - squalifica a parte - perderà assai poco altro, visto il suo non brillante cammino in questo primo scorcio di stagione con l'eliminazione al 1/o turno a Brisbane, Indian Wells, Roma e Wimbledon, al 2/o turno in Australia, Miami, Istanbul, Parigi, Bastad e Washington. 

 

 

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