«Salvezza? Ci credo ma non molto. Balotelli? Era il nostro sogno»
«La salvezza? Ci credo ma non molto. Lopez e almeno un 60% della squadra sono però molto determinati e ci devo credere anch'io». Massimo Cellino non sembra molto convinto di rivedere il suo Brescia in serie A anche nella prossima stagione. Nel weekend riparte il campionato, alle Rondinelle serve un'impresa per conquistare la salvezza e l'atmosfera all'interno del club non è delle migliori, specie col deflagrare del caso Balotelli.
«Siamo al braccio di ferro? Dovete chiedere a lui - ribatte Cellino, ospite de "La Politica nel Pallone" su Gr Parlamento -. Succede quello che volete vedere, succede solo che ci sono tanti giocatori che hanno una forma fisica buona e che non vanno a finire sui giornali tutti i giorni. Il Brescia è una società che si sta leccando le ferite e che ha fatto un grosso sacrificio economico per fare un contratto a Balotelli, era il nostro grande sogno», si limita ad aggiungere il patron del club, che anche sulla storia dei tamponi precisa: «Se facessimo tanti punti quanto i tamponi saremmo primi. Abbiamo speso 100 mila euro in esami nel giro di 10-12 giorni. Non capisco poi perché versiamo in tasse il 60% delle nostre entrate e non abbiamo diritto ad avere i tamponi dalle strutture mediche».
Altra possibile distrazione dalla corsa salvezza il mercato: Sandro Tonali sembra destinato a essere il pezzo pregiato della prossima sessione. «Quanto vale Tonali? Le valutazioni le fanno le domande e le offerte. Finora c'è stata qualche telefonata ma non ho approfondito, mi viene difficile parlarne dopo tutto quello che è successo - il riferimento è alla pandemia -. Spero che il ragazzo giochi a pallone e si diverta come faceva prima, non vorrei che tutte queste voci portino a un'altra problematica che limiti le nostre percentuali di salvezza. Inter e Juve? Sono due società che hanno dimostrato di essere interessate al calciatore, me l'hanno chiesto anche altre, lui vuole rimanere in Italia e lo asseconderemo». Si parla di una richiesta di 50 milioni da parte del Brescia, Cellino non si sbilancia ma mette in chiaro che non accetterà contropartite: «Gli scambi non ci piacciono, non siamo venuti a chiedere l'elemosina».
Tornando alla ripartenza del campionato, per Cellino - a lungo fra i più decisi oppositori alla ripresa - «è un calcio farlocco, forzato dopo tre mesi di sosta, ma siamo dovuti ripartire per evitare la debacle finanziaria del sistema».
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