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Saba: "Brescia, puoi puntare ai primi due posti"

Vitor Saba è forse l'uomo del momento in casa Brescia: nell'intervista parla di sè, della squadra e del freddo, ciò che più teme.
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Fino a un mesetto fa passeggiava per il San Filippo senza essere riconosciuto. Ora Vitor Saba è un idolo dei tifosi del Brescia e dei ragazzini che affollano il centro di via Bazoli per le ore di ginnastica. Lui, il brasiliano dal sorriso facile, è felice, "perché più ti fermano e più significa che stai facendo bene. E poi a me piace avere responsabilità, non sono uno che si tira indietro".

Saba, almeno per ora, non soffre di saudade, anche se la sua ragazza e i suoi genitori sono tornati in Brasile: a spaventarlo non è la solitudine, piuttosto il freddo. "A Cittadella l'ho sofferto tanto, anche se in molti mi hanno detto che quello vero deve ancora arrivare. Pensare che ora a Rio ci sono 32 gradi...". Il brasiliano però è concentrato sul campo e su sul suo buon momento, nonostante la gara con il Sassuolo gli abbia lasciato una convinzione: "Credo sia stata la mia peggior partita dal punto di vista tecnico, ma la migliore in fase di non possesso palla, visto che Magnanelli non è riuscito a giocare. Non so se questo ha influito sulle mie giocate, ma se voglio davvero crescere e migliorare devo saper fare al meglio l'una e l'altra cosa".

In Brasile si parla di lui, i giornalisti lo chiamano per le interviste: la crescita è stata rapida, merito anche di Alessandro Calori. "E' bravissimo e con il Sassuolo ha letto in maniera perfetta la partita. La squadra? Da sempre penso che ha tanta qualità ed è giusto che si pensi anche alle prime due posizioni".

Gli occhi di alcuni osservatori sono già messi sul numero 4 del Brescia, che al futuro guarda ma senza buttare l'occhio troppo avanti. "Sono in Italia da poco, qui mi trovo bene e devo ancora imparare tanto. Se qualche proposta arriverà la valuteremo tutti insieme: io, la società, il mio procuratore, la mia famiglia". Intanto Saba si gode il momento e si "copre", pensando al caldo di casa e quel freddo che a Brescia deve ancora conoscere...
Gianluca Magro

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