Rugby, doppia partita del Transvecta tra campo e «scrivania»
Comincia l’ultimo ballo, «the last dance», come Gianluca Guidi ha definito questa ultima parte di stagione del Transvecta. Domenica alle 15.45, la sfida con il Rovigo, apre la decisiva feroce volata in vista dei play off del Top10 di rugby. «The last dance» è la serie televisiva che racconta il sesto trionfo nell’Nba dei Chicago Bulls, di Michael Jordan. Il coach Phil Jackson chiamò quella stagione «l’ultimo ballo» prima dello smantellamento di un team formidabile.
E team formidabile il Calvisano lo è stato per un ventennio abbondante: sette scudetti, quattordici finali. Ma ora, dopo la morte di Alfredo Gavazzi, di quei successi è arrivato il conto. E la società della Bassa è di fronte alla necessità di un profondo ripensamento dei suoi obiettivi e della sua organizzazione.
La situazione
Andrea Dalledonne, nelle scorse settimane, aveva presentato, in via amichevole, agli amministratori del club un piano di ristrutturazione «sostenibile», spalmato su più anni, le cui linee guida però sono state recepite in via San Michele con qualche perplessità. Ne è scaturita un’attesa che sta creando più di una incertezza fra i giocatori. Morale: quelli che hanno più mercato, hanno già cominciato a sistemarsi altrove per la prossima stagione. E non sono pochi.
Quelli che hanno un contratto anche per il prossimo campionato, viceversa, attendono di sapere se le condizioni attuali potranno essere mantenute anche nel futuro. Toccherebbe a loro costituire la base della squadra di domani.
Si gioca
Nel frattempo, dal Polesine, si comincia a sentire l’eco della fanfara dei bersaglieri. Domenica a Calvisano sarà di scena il Rovigo, al seguito del quale sono attesi i soliti, numerosi gruppi di tifosi. Vincere, per i rossoblù, vorrebbe dire fare un passo avanti importante in vista dei play off, mentre per il Transvecta una sconfitta significherebbe trovarsi, a cinque giornate dalla fine della regular season, a 7/8 punti dal quarto posto. Il che renderebbe molto difficile il recupero. Partita da dentro o fuori quindi. Sulla carta il Rovigo è molto più forte del Calvisano, battuto all’andata al Battaglini, 36-0. Il Transvecta fa appello all’orgoglio, al lavoro, alla coesione del gruppo, tutti elementi che non sono mai venuti meno, nonostante le difficoltà, nelle scorse settimane.
Sul piano tecnico la squadra risponde ancora bene: venerdì, sia pure rimaneggiati, i gialloneri hanno inflitto in Coppa Italia una sonora lezione al Colorno, altra pretendente ai play off. Tra le note positive del match, oltre all’ottima prestazione di quelli che finora avevano giocato meno, il ritorno in campo di Vunisa, a quasi tre mesi dall’infortunio al ginocchio. Vunisa, 34 anni, è fra quelli che, se lo condizioni lo permetteranno, vorrebbe chiudere la carriera a Calvisano. Ma come lui ci sono altri che resterebbero volentieri. La voglia di ballare tutto sommato ci sarebbe ancora.
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