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Rugby, Coppa Italia: Calvisano domina poi regala la finale a Roma

Avanti 31-10 in avvio di ripresa la Transvecta si deconcentra e manda le Fiamme Oro a giocarsi l’ultimo atto contro Padova
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Gelata improvvisa sulle illusioni del Calvisano. Che in poco più di mezz’ora ha bruciato la speranza, sbocciata la settimana scorsa al Battaglini, di dare una svolta significativa ad una stagione fin qui deficitaria. In vantaggio 31-10 all’inizio del secondo tempo, il Transvecta è stato protagonista di un suicidio inspiegabile, portato peraltro a compimento con l’assistenza di una terna arbitrale decisamente non all’altezza di una partita da dentro o fuori.

Il pareggio regala alla Fiamme Oro la finale della Coppa Italia, in programma il 2 aprile contro il Petrarca, e lascia la squadra di Guidi incredula per aver buttato al vento un vantaggio di ventuno punti.

La cronaca è talmente ricca di episodi che necessita inevitabilmente di una sintesi, per quanto approssimativa. Il Calvisano ha segnato tre mete (due di Izekor, la prima dopo che la corsa Vunisa aveva spalancato la difesa dei poliziotti come Mosè aveva fatto con le acque) e ne ha subite quattro, una delle quali su intercetto di Simone Cornelli, dopo nemmeno due minuti. Padroni di casa colpevoli di un inspiegabile parziale di 3-24 negli ultimi trentacinque minuti, segno che a un certo punto la squadra ha staccato la spina, probabilmente sicura che la partita fosse ormai vinta.

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Incomprensibile il metro con cui sono stati distribuiti i cartellini gialli: il primo dei due che sono costati il rosso a Lewis è arrivato nel corso di un’azione con la quale il Calvisano sembrava essersi guadagnato addirittura una meta di punizione (crollo del raggruppamento penetrante a un passo dalla linea delle Fiamme Oro), il secondo in un’azione simile, ma con i poliziotti avanzanti a metà campo. L’infrazione dell’inglese è parsa decisamente veniale rispetto al fallo commesso dai cremisi nell’occasione precedente.

Peggio ancora, dal punto di vista della disciplina, si erano messe le cose alla fine del primo tempo, quando un fallo di Tenga su Zanetti ha scatenato una rissa da Far West protrattasi per alcuni minuti e che ha visto coinvolti anche gli uomini delle panchine. Roba d’altri tempi. Alla fine, lungo tentativo di ricostruzione dell’accaduto e rosso al pilone Tenga con giallo a Susio intervenuto nel caos fra i tanti. Il crollo. Secondo tempo con il Calvisano subito in meta con Lewis per il massimo vantaggio. Poi, i padroni di casa sono spariti dal campo e si sono consegnati agli avversari, a segno prima con Vian e poi con Iacob, due mete troppo facili per una difesa che in precedenza aveva annullato senza difficoltà tutte le velleità della formazione della Polizia.

Nei convulsi minuti conclusivi nessuno ha avuto il coraggio di contestare l’azione che ha mandato in meta Vian per il 34-34 finale. Senza moviola peraltro sarebbe stato impossibile decidere sulla correttezza o meno dell’azione. Il Calvisano aveva la partita in mano e l’ha regalata per ingenuità. Brave le Fiamme Oro a non perdere la concentrazione in un match scaduto a un certo punto in una grande confusione. E, come sempre in queste occasioni, chi vince festeggia e chi perde spiega.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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