Rito scaramantico del Brescia: intimo viola se si gioca il 17
La scaramanzia per Massimo Cellino è qualcosa da equiparare a un comandamento di vita. E questa non è affatto una novità: abbiamo imparato con il tempo che tutto quel che si diceva e raccontava - prima del suo approdo a Brescia - circa i suoi riti anti iella non erano esagerazioni. Ad esempio, quando Cellino viene inquadrato in tribuna, non è raro vederlo con un dito che si porta prima vicino all’occhio e poi indirizza verso il campo: un gesto che viene definito come il «lancio della lacrima» che dovrebbe portare sfortuna agli avversari.
Ma c’è un altro rito del quale siamo venuti a conoscenza raccogliendo un piccolo e divertente gossip poi verificato: se il Brescia gioca di 17, allora squadra e staff sono pregati di indossare intimo viola. Esattamente come è accaduto in occasione della partita con l’Empoli, che appunto si è giocato di 17.
Come mai il viola? Non un colore nell’immaginario degli scaramantici associato alla sfortuna? La risposta è sì, ma abbiamo appreso che «la scaramanzia è come l’algebra: meno per meno fa più» per cui il viola avrebbe dovuto «annullare» il 17 e trasformarlo auspicabilmente in qualcosa a favore. Ma l’Empoli, è apparso molto chiaro, è una o più spanne sopra anche della scaramanzia e sa far valere la sua legge anche sull’algebra. A ogni modo, pur non sapendo se già in passato sotto Cellino era accaduto che giocatori e staff del Brescia avessero indossato mutande viola in campo, di certo in assoluto la trovata non è una novità e venne applicata già a Cagliari: solo che allora, in occasione di una partita che i sardi giocarono di 17, Cellino invitò i tifosi a presentarsi allo stadio con indosso qualcosa di viola. All’epoca funzionò: arrivò una vittoria 2-0.
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