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Regata del Gorla, molto più di una prova generale

La regata del Gorla è per tutti solo la grande prova della Centomiglia, ma negli anni si è costruita una propria identità
  • La regata del Gorla
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La regata del Gorla, in programma oggi, è per tutti solo la grande prova della Centomiglia
 
Negli anni, in verità, si è costruita una sua ben precisa identità, tanto che oggi sembra essere la regata più amata dai velisti titolati. 
 
Nessuno però, se non gli addetti ai lavori, ricorda i vincitori del passato, cosa che non capita per la Cento. Long distance. È una long distance che, contando lo zig zag delle boline, è lunga quasi 50 miglia. 
 
Si corre in quello che è la vera galleria del vento, la «Wind Machine», come la definì un giornalista statunitense nel lavoro di traduzione di una definizione tutta bresciana della «galleria del vento». 
 
Dopo il buon successo dell'anno passato c’è stato ieri il prologo del «Super G», tanto per scaldare muscoli, gli animi, o forse solo per verificare lo stato di barche e vele dopo la lunga pausa estiva. 
 
È del 1967 la prima edizione. Viene vinta da «Voloira», il 5.5 metri che partecipò alle Olimpiadi di Roma ’60 (a Napoli). A condurla sul lago fu il nobile veronese Zeno Peretti Colò, figlio del vincitore della prima Centomiglia. Dodici mesi dopo toccò a una delle tante barche firmate dal sebino Daniele Buizza, l’Ander «Tita» armato da Andrea Castellani. L’Ander ebbe l’onore di partecipare sul mare del nord della Germania alla selezione per lo scafo a bulbo che del ì72 sarebbe stato in gara alle Olimpiadi. È il 1969 quando i multiscafi animano la scena gardesana. Il Gorla è vinto dal «Dafne», un catamarano portato dallo skipper veneto Enrico Trovato, la Centomiglia dal «Tornado», il cat poi olimpico (fino al 2008), condotto dalla coppia veneto-trentina Fabio Albarelli e Gianfranco Oradini. La presenza dei multiscafi è oggi la 50 Miglia, ma che avranno ora la possibilità di sfidare tutti. 
 
E nella storia del Gorla gli altri protagonisti, in rapida sintesi, sono quelli di «Ciocca II», barca azzurra olimpica nel 1948 e nel 1952, «White Falcon», «Pensa per te», «Cassiopea 1 e 2», «L’aspide», «Xenophon», «Grifo», «Farrneticante», «Df Design», «Ines», «Dimore», «Ita 93», «Ita 91», «Ita 92» che diventa «Raffi.Ca», «Principessa», «Garda Azzurra», «Clandesteam» nel 2003 con Oscar Tonoli (con il Gorla dei 60 nodi), come «Starvaganza» e la sua chiglia volante, Open che con gli Asso «Fert» «Assetto», il catamarano «Dafne» e il trimarano «North Star» con Flavio Scala, le uniche carene non dei Libera, a vincere nel Gorla; 2004-2005 è doppietta di «Principessa». 
 
Nel 2006 davanti a tutti, e nella classifica della 50 Miglia per la multiflotta al suo esordio, c’è l’Extreme 40 «Holmatro» con un’altra gloria olimpica, l’austriaco Andreas Hagara e l'eroe degli Oceani Giovanni Soldini. Arrivano poi le chiglie volanti, quella «basculante» di Wild Lady, l’anno dopo quella tutta in aria di «Stavaganza», nei Cat l’M2 austro-tedesco tutto verde. Poi nuovamente le sfide tra «Clan» e l’M32 di Goran Mastrom, nelle versioni del tedesco Sach e del bolzanino Gregor Stimpfl. Gli esperimenti degli ultimi anni con la vittoria di un «Grifo» in versione stazza Orc internazionale e, l’anno scorso, del Tp 52 del «North West Garda» di Limone. 

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