Quel ragazzo che negli anni ’80 giocava con Tullio e Mike

C’era un ragazzo che a Brescia, negli anni ’80, giocava con Tullio Gritti e Mike Mitchell. Non che entrasse in campo insieme a campioni che, tra l’altro, praticavano sport differenti, stelle rispettivamente del calcio e del basket in città. Solo che, attraverso i due «eroi», Beby («con la "e", non con la "a", così ti distingui», come gli dicevano le compagne alle superiori) viveva all’ennesima potenza passioni che ne avrebbero sconvolto la vita. Romanzo.

Beby è l’adolescente protagonista di «Io, Tullio e Mike», romanzo d’esordio di Cristiano Tognoli, redattore del Giornale di Brescia, penna immaginifica e voce entusiasta di calcio e basket: un’opera «di sport e di vita» con richiami autobiografici, ma pure capace di astrazione, di passare dal personale (e dal locale) all’universale; di mescolare con naturalezza realtà e finzione, senza timore di mettersi a nudo, sempre con l’idea di andare oltre l’aneddoto.

Il libro, pubblicato da Edizioni Virgilio (176 pagine, 15 euro, in vendita in libreria e sulle piattaforme digitali), è stato presentato ieri nel nostro giornale, in una Sala Libretti gremita, dal direttore Nunzia Vallini, che ha ricordato con piglio divertito la simbiosi tra Cristiano e lo sport, sottolineando «l’unicità del suo percorso professionale di cronista a "punta doppia", equamente diviso tra calcio e basket, strada sulla quale ha trascinato pure la collega Erica Bariselli».

L’autore, dal canto suo, ha inquadrato la novella come uno «sguardo rivolto al passato, un’autoanalisi in cui metto al centro passioni "sane", che penso siano tuttora valida alternativa a strade sbagliate». E l’ha definita «romanzo adolescenziale», inquadramento invero riduttivo: più compiutamente è uno scritto di formazione, che segue la crescita di un ragazzino irrequieto, che rincorre i propri sogni fino a materializzarli. Contributo. Franco Bassini, amico e a lungo caposervizio di Tognoli, ha spiegato come gli oggetti di culto del giovane Beby non interagiscano mai (succede giusto una volta con Mitchell) con la sua vita, e siano «allo stesso tempo protagonisti e sfondo, quasi un pretesto» per mettere in scena «una generazione e un’epoca, che emergono nitide nei luoghi e nei personaggi, ma anche nelle atmosfere».

Scomparso nel 2011 Mike Mitchell, giocatore straordinario con un passato Nba e grandi stagioni italiane, c’era Tullio Gritti a rappresentare in carne e ossa i miti di Beby/Cristiano: l’indimenticato centravanti delle rondinelle, ha ricordato la «responsabilità di chi fa il mio mestiere verso quanti ci prendono ad esempio». Tognoli - che ha incassato i complimenti di ospiti d’eccezione come Massimo Cellino ed Eugenio Corini (Brescia Calcio), Matteo Bonetti e Sandro Santoro (Leonessa basket) per «aver fatto di una passione una professione», ha lasciato intuire che non si fermerà qui. Gli resta un mondo da raccontare: l’appuntamento è agli anni Novanta.