Quattro ex rondinelle a scuola di "mister"
Uno fa «il secchione» e siede in prima fila, gli altri si accomodano in quella che a scuola era la zona-caciara: in fondo, nell'angolo. Le quattro ex rondinelle Davide Possanzini, Simone Dallamano, Aimo Diana e Roberto De Zerbi hanno iniziato ieri sera il corso per allenatori «Uefa B», organizzato dall'Associazione Italiana Allenatori di Calcio al centro sportivo Alpori Arici di via Maggi, in città. Re David, Aimo, Robi e Gingillo saranno impegnati per 5 settimane.
Se otterranno il patentino potranno allenare in tutte le categorie giovanili (Primavera esclusa) e in tutta la fascia del dilettantismo, dalla Terza alla D, e potranno fare da vice in Lega Pro.
Possanzini, Dallamano e Diana imbracciano quaderno e biro e occupano le ultime sedie dell'aula. «Per me è un punto di partenza» afferma Possanzini, il primo ad alzare la mano al conteggio per la prima cena conviviale tra i circa 40 allenatori (perché, anche quando appendi gli scarpini al chiodo, non smetti di essere «il» capitano). C'è un allenatore che ti ha lasciato più degli altri? «Dal punto di vista tattico - prosegue Re David - Somma e Zeman mi avevano impressionato. Se riuscissi a fare questo mestiere mi piacerebbe curare le partite nei minimi dettagli e al contempo infondere alla squadra una mentalità vincente».
Nel programma delle lezioni sono previste anche «escursioni» sui campi d'allenamento delle giovanili del Brescia. «Tornare - conclude Possanzini -, sarà un vero piacere». Per Dallamano, ch'è stato protagonista al Rigamonti fino alla scorsa stagione, sarà invece «parecchio strano». Il pendolino di Castiglione, svincolato, spera di tornare a giocare il prima possibile. «Ho solo 29 anni ma nel calcio di oggi sono un "anziano" - sorride -. Intanto mi concentro su questo corso». Da esterno puro saresti un allenatore da «palla sulle fasce e pedalare»? «Sì, ma solo se in mezzo ci sono attaccanti come lui», e batte la mano sulla spalla del Possa.
Anche Diana, che si sta allenando con la Feralpi Salò, spera di tornare sul rettangolo verde da giocatore. Intanto ha idee chiarissime: «Il corso mi incuriosisce e ho voglia di imparare. Alla mia età bisogna anche pensare al "dopo"». Dalla sua ha la fortuna di aver avuto allenatori eccellenti. «Su tutti Mazzone: la sua capacità di gestire il gruppo era fuori dal comune». Aimo ha già un'idea tattica: «L a difesa a tre. È sempre stata un mio pallino». In prima fila c'è Roberto De Zerbi, che ha saputo del corso da Dallamano, suo compagno d'allenamento in palestra. «Spero di trovare presto una squadra, ma nel frattempo ho colto quest'occasione» spiega il fantasista di Mompiano, il cui nome era stato accostato proprio al suo Brescia. «Il cuore tifa sempre Leonessa, ma sono cambiate tante cose: non so se avrei detto di sì».
Daniele Ardenghi
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