Poker paralimpico al GdB: «Orgoglio di un territorio»
Le emozioni, che rimarranno indelebili, le fotografie affollate dal tifo mai così numeroso, e quella partecipazione collettiva che segna probabilmente un punto di svolta.
La restituzione dell'incontro «Campioni di sport e di vita», tenutosi nella Sala Libretti del Giornale di Brescia, si potrebbe riassumere così. (Qui il video dell’incontro).
Il tributo
Il tributo agli atleti paralimpici bresciani in gara ai Giochi di Parigi, Pamela Novaglio, Federico Bicelli, Giuseppe Romele, Simone Cannizzaro e Veronica Yoko Plebani, che ha visto ospiti gli stessi (eccezion fatta per Plebani assente per impegni precedenti) ha consentito di ripercorre le imprese nella capitale francese, ma anche di volgere un occhio verso il futuro, con un orizzonte tracciato da quel cambio di passo impossibile da ignorare.
«Questo è un piccolo spin off per completare la festa che la città vi ha tributato – li ha accolti il direttore Nunzia Vallini – grazie perché siete davvero maestri di vita, si parla sempre molto di inclusione, di accessibilità, la vostra testimonianza va oltre: mostrate che si può a prescindere, anche quando tutto sembra remare contro».
I racconti
Incalzati dalle domande del caposervizio della redazione sport Gianluca Magro, i quattro si sono raccontati. «Da esordiente – ha assicurato il judoka Cannizzaro – ho vissuto un'esperienza fantastica, il sogno di tutti gli sportivi, ci ho sempre creduto, contro ogni aspettativa ho disputato anche una finale che purtroppo ho perso, ma è stato qualcosa di incredibile. E ringrazio Brescia perché l'affetto è stato tantissimo, non ho mai visto una situazione così, anche a livello mediatico».
Poi un pensiero al futuro: «mi piacerebbe un giorno creare un Paralimpic Brescia, per unire gli sport e lavorare con le scuole. Per quanto riguarda ora non sono professionista, di giorno lavoro, è stancante, non guardo troppo in là, ma se mi mettono in condizione, penso non a Los Angeles, ma direttamente all'oro di quei Giochi».
Sguardo alle Olimpiadi 2028
Chi ne ha già uno al collo, insieme al bronzo è il nuotatore Federico Bicelli: «A Tokyo c'erano restrizioni e dinamiche diverse – ha ricordato – a Parigi, già solo vedere i propri cari, le 15 mila persone all'arena, è stato qualcosa di unico di cui mi ricorderò sempre. Ancora oggi ripensando alla chiamata sul podio, ai cinque che ho battuto arrivandoci ancora devo realizzare. La vicinanza delle persone, di Brescia poi è stata grandissima. Adesso non mi fermo sicuro qui, abbiamo 4 anni pieni per preparare le Olimpiadi 2028».
Là guarda pure Pamela Novaglio, veterana con 6 partecipazioni all'attivo: «I Giochi sono pazzeschi a qualsiasi età, in qualsiasi continente, e appena finiti questi, forse l'edizione che mi sono goduta di più, ho pensato ai prossimi, avrò 58 anni chissà...di certo, in termini di seguito, non siamo stati un prima, un dopo, un parallelo, ma la continuazione delle olimpiadi: abbiamo rotto un muro, non si può tornare indietro».
Di fiume di gente, di atmosfera incredibile ha parlato pure Giuseppe Romele: «pazzesco quel che è successo, non mi aspettavo tutta quella gente. A Parigi ci sono arrivato centrando un sogno, con voglia di riscatto, ho fatto una gara fantastica, poi è arrivata la squalifica, ma io so di aver incassato un quarto tempo assoluto. L'obiettivo ora è Milano-Cortina 2026, ma siamo già al lavoro anche per il 2028».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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