Podista bresciano corre la maratona tra sala e camera da letto
«Uno di questi giorni vado al supermercato e compro una colomba per i condomini del piano terra. Dopotutto, hanno sopportato i miei passi per ore». Fabio Caporali inizia con questa considerazione il racconto della splendida «mattata» di cui è stato protagonista. Ieri ha completato una Maratona in 4 ore, 4 minuti e 30 secondi correndo tra salotto, corridoio e camera da letto. Dopo la mezza Maratona con cui qualcuno si è cimentato sul balcone, a Rimini, il quarantenne bresciano ha deciso di puntare al bersaglio grosso. Non ha soltanto coperto la canonica distanza di 42,195 chilometri, ma ha deciso di prolungare lo sforzo fino ai 45 tondi-tondi (chiusi in 4 ore, 20 minuti e 47 secondi).
Per gli appassionati, ha tenuto un ritmo medio di 5’57’’ al chilometro, con punte a 5’03’’. Un passo niente male, se si considera che Fabio ha dovuto schivare i mobili e pure le festose attenzioni di Pinky, la cagnolina di casa.
Quarantenne di Brescia città, abita in un condominio in zona via Chiusure, al primo piano. Di professione è agente di commercio, ma come molti non può lavorare ed è sigillato in casa. Si è avvicinato al podismo tre anni fa, con l’obiettivo di dimagrire. Adesso viaggia mica male, fa parte della squadra Gp Avis di Trezzo sull’Adda e quella completata tra le mura domestiche è la sua quarta Maratona. «Ne avevo in programma una a Roma domenica prossima, ma ovviamente è saltata - racconta -. Ma proprio non volevo buttare via tre mesi di duri allenamenti. Così, me la sono corsa in casa. E ho pure battuto il mio record personale».
Fabio ha cominciato a correre verso le 10.45 e ha tagliato il traguardo (come si può osservare nel video) quando mancava un quarto d’ora alle tre del pomeriggio. Sala, corridoio, camera da letto, corridoio, sala, corridoio... Anzi: per le prime ore della prova di resistenza si è dovuto limitare a salone e corridoio: «La camera era off-limits, mia moglie stava ancora dormendo».
Considerato un tracciato domestico di una ventina di metri (tutto spigoli, curve e inevitabili rallentamenti) il quarantenne ha girato su se stesso 2.250 volte. «Mi sono fermato al ventiduesimo chilometro per una pausa di trenta secondi, il tempo di mangiarmi una banana - racconta -. Al trentacinquestimo mi sono concesso una barretta di cioccolata».
Ci immaginiamo un finale domesticamente epico: tuffo sul divano, stremato, allo scoccare del quarantacinquesimo chilometro. Niente da fare, Fabio è un vero atleta: «Mi sono seduto per qualche minuto, mi sono fatto la doccia e poi ho pranzato».
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