Pirlo, fra punizioni e trofei «Il Maestro» compie 40 anni
«Un leader silenzioso perchè parla con i piedi», ha detto di lui Marcello Lippi, mentre Roberto Baggio, che lo ha visto crescere, lo ha definito un fuoriclasse per la sua capacità di «vedere in anticipo quello che poteva succedere all'interno dell'azione». Tutto questo, così come quel soprannome, «Il Maestro», dicono abbastanza di Andrea Pirlo alla soglia del suo 40esimo compleanno.
Nativo di Flero, in carriera ha vinto quasi tutto ma, ancora più importante, ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio mondiale. Perchè di centrocampisti con la sua visione di gioco, con la precisione dei suoi passaggi e dei suoi tiri, con quella raffinata intelligenza tattica che gli permetteva di farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto come punto di riferimento per i compagni, ce ne sono stati e probabilmente ce ne saranno davvero pochi come lui.
Che avesse talento, non ci voleva molto a capirlo: prima il Brescia e poi l'Inter, con in mezzo la parentesi Reggina e l'Under 21 con cui vince un Europeo e un bronzo olimpico, tutti sanno bene di avere fra le mani un diamante grezzo. A raffinarlo ci penserà poi Carletto Mazzone, all'epoca sulla panchina delle Rondinelle.
Domenica, in occasione della pubblicazione dell'inserto di 100 pagine dedicate alla promozione del Brescia in serie A, sarà dedicato un omaggio al campione di Flero con una pagina intera sul Giornale di Brescia
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato