Paolo Ziliani, un giocatore per ogni categoria
Domenica esordirà in campo col Mairano Azzano in Promozione, unico torneo che gli manca dalla A alla Terza.
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Esordire in Promozione alla bella età di 43 anni (li compirà il 10 giugno) non è fatto di tutti i giorni, ma se di questo esordio sarà protagonista domenica prossima uno come Paolo Ziliani (fin qui solo allenatore del Mairano Azzano e da domenica per l’ultima volta giocatore-allenatore), ecco che la cosa diventa del massimo interesse. Paolo Ziliani, Paolino per gli amici, infatti, con l’esordio di cui stiamo dicendo colmerà una lacuna e stabilirà quello che crediamo sia un record nazionale difficilmente attaccabile: avrà giocato in tutte le categorie del calcio italiano dalla serie A alla Terza.
Qual è stata la partita più importante che ha disputato?
Credo un Torino-Reggina di serie B nel campionato 97/98, vincemmo noi, ero con la Reggina, e la mia squadra conquistò la promozione.
E quella invece meno importante?
Difficile dirlo, tutte le partite che ho giocato sono state importanti, ma forse dovrei dire che non esiste una partita meno importante delle altre, almeno quando sei in campo.
Dal calcio ha avuto molto?
Tantissimo. Ho avuto la fortuna di aver vinto molto in B, dove sono arrivato primo quattro volte. Quindi tante gioie ed anche qualche dolore, che però ho lasciato alle spalle.
E hai dato molto?
Penso di sì. Mi sono adattato a qualsiasi categoria e questa capacità di calarmi nella realtà in cui vivevo è stata forse il mio maggior pregio.
E domenica sarà definitivamente l’ultima volta?
Sicuramente. Anche se continuo a giocare con gli amici con una formazione del Csi, ma quello è appunto calcio da amici; quello di domenica sarà l’addio al calcio vero.
La squadra dove ha giocato più volentieri?
Il Brescia. É la squadra della mia città, ho vinto due campionati e ho provato tante gioie, anche se non sono mancate alcune contestazioni, che però credo siano inevitabili quando giochi a casa tua. Come dicevano i latini? Nemo propheta in patria. Dopodichè ribadisco che il Brescia era ed è la mia squadra del cuore.
Qualche rimpianto?
Non essere riuscito a disputare alcuni campionati di fila in serie A. Forse dal punto di vista tecnico avrei avuto le qualità per farcela, ma mi mancava la giusta mentalità: non ce la facevo ad affrontare certi impegni.
In A con quali squadre ha giocato?
Con Brescia e Napoli, ma, lo ripeto, senza la necessaria continuità.
E per domenica cosa si aspetta, una gran festa?
Io penso alla squadra, che ha la possibilità di agganciare i play off. Se penso che siamo partiti puntando alla salvezza, mi pare che stiamo facendo veramente bene. Poi mi aspetto che i ragazzi nutrano per me la stessa gratitudine che nutro per loro per il campionato che sono stati in grado di condurre.
Cosa c’è nel suo futuro calcistico?
Mi piacerebbe allenare i bambini. Già adesso dirigo la formazione del 2005 del Roncadelle e quella mi pare la mia naturale inclinazione.
Giorgio Fontana
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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