Olimpiadi, niente spettatori alle gare di Tokyo
Non ci saranno spettatori alle Olimpiadi di Tokyo. A quasi due settimane dall'inizio dei Giochi Olimpici, che si terranno dal 23 luglio all'8 agosto, il Giappone reintroduce lo stato di emergenza dovuto all'aumento dei contagi da coronavirus sia per la capitale sia per le tre prefetture vicine Chiba, Kanagawa, Saitama, oltre a quella di Osaka, e annuncia che nessuno sarà ammesso all'interno degli stadi durante le gare.
Da quanto riportaono i media giapponesi, la decisione è stata presa dal consiglio direttivo che si è riunito oggi, e che comprende il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach, la presidente del comitato organizzatore Seiko Hashimoto, la governatrice Yuriko Koike, e la ministra per lo Sport Tamayo Marukawa. «È estremamente spiacevole che i Giochi si debbano svolgere con modalità limitate a causa della diffusione delle infezioni da coronavirus», ha detto la presidente del comitato locale Seiko Hashimoto al termine dell'incontro. «Chiedo scusa ai possessori dei biglietti e a tutti quei residenti che guardavano all'evento con entusiasmo». La preoccupazione degli organizzatori è che gli eccessivi spostamenti della popolazione durante la manifestazione sportiva possano incrementare la tendenza già allarmante dei contagi.
Dopo aver deciso in marzo il divieto alla partecipazione del pubblico dall'estero, lo scorso mese i membri del consiglio direttivo dei Giochi si erano accordati per un limite massimo di 10mila spettatori locali, o il 50% della capienza degli impianti sportivi. Un provvedimento che si basava sulle aspettative di una revoca quasi certa dello stato di emergenza l'11 luglio; e che invece non è avvenuta.
Nel formalizzare l'estensione dello stato di emergenza, inoltre, il premier Suga ha aperto all'eventualità di una possibile revoca anticipata se la situazione sui contagi dovesse migliorare. Il nuovo provvedimento entrerà ufficialmente in vigore da lunedì, ma di fatto estende le misure già esistenti, che obbligano le attività commerciali - tra cui bar e ristoranti - ad anticipare gli orari di chiusura e vietano la vendita di alcol dopo le 19.
In altre cinque prefetture dell'arcipelago - Aichi, Hokkaido, Kyoto, Hyogo e Fukuoka - il quasi stato di emergenza verrà abolito, mentre nell'isola di Okinawa le disposizioni saranno più stringenti per via delle criticità presenti nel sistema ospedaliero. Si tratta del quarto stato di emergenza dall'inizio della pandemia per la capitale, a fonte del progressivo aumento delle positività, ormai per il diciannovesimo giorno consecutivo. Nelle ultime 24 ore la capitale ha registrato 896 nuovi casi di coronavirus, il 26,9% in più rispetto alla media giornaliera degli ultimi sette giorni.
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