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Olimpiadi 2026: l'Italia (con la Valcamonica) ha 6 concorrenti

L'Italia si presenta con Cortina, Milano e Torino, una specie di attacco a tre punte
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Sono sette i Paesi - Italia compresa, con Cortina/Milano/Torino - che hanno presentato ufficialmente la manifestazione d'interesse ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026.

Il Cio ha infatti fatto sapere oggi di avere ricevuto la proposta dai Comitati olimpici dell'Italia, e di Austria (con la città di Graz), Canada (Calgary), Giappone (Sapporo), Svezia (Stoccolma), Svizzera (Sion) e Turchia (Erzurum). Le candidature ufficiali saranno comunicate ad ottobre e la scelta della città organizzatrice avverrà il 10 settembre 2019 nella sessione del Cio a Milano. «Accolgo con grande favore l'interesse dei comitati olimpici e delle città ad ospitare i Giochi Olimpici Invernali. Il nostro obiettivo non è solo quello di avere un numero record di candidati, ma quello di selezionare la città migliore per mettere in scena i migliori Giochi Olimpici Invernali possibili», ha dichiarato il presidente del Cio, Thomas Bach. Le manifestazioni d'interesse seguiranno adesso un iter definito che prevede una fase di dialogo con i comitati organizzatori delle città candidate e i rispettivi comitati olimpici, così da permettere al Cio di verificare la fattibilità dei progetti e la scelta migliore. Il gruppo delle città candidate potrà inoltre beneficiare interamente della riforma introdotta con l'agenda 2020, che garantisce costi ridotti, trasparenza e maggiore flessibilità.

Il Cio, da parte sua, ha fatto sapere che fornirà «tutto il supporto, la consulenza tecnica, l'assistenza alla comunicazione e materiali per sviluppare nel modo migliore le candidature. Nel corso dei colloqui preliminari, il Cio lavorerà insieme ai comitati organizzatori ai comitato olimpici per restringere il campo e, alla fine, per scegliere la migliore città ospitante possibile. La nuova normativa offrirà inoltre una maggiore flessibilità nella progettazione dei Giochi così da soddisfare gli obiettivi di sviluppo a lungo termine della città, della regione e del Paese».

L'Italia si presenta con Cortina, Milano e Torino, una specie di attacco a tre punte: i luoghi sono tre solo sulla carta, ma la candidatura sarà unica e, facendo leva su un unico nome, potrebbe allargarsi anche ad altri territori, tra cui il Piemonte e le Dolomiti. Questo è esattamente il senso della formula usata dal Coni e oggi ribadita dal Cio: Cortina/Milano/Torino. Dopo l'interesse espresso dal capoluogo lombardo, subito dopo le elezioni, anche Torino aveva deciso di cullare il bis olimpico (ha già ospitato i Giochi invernali nel 2006), poi il 29 marzo era stato il turno del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e dal sindaco di Cortina d'Ampezzo, Gianpietro Ghedina, annunciare la manifestazione d'interesse ad ospitare i Giochi 2026. Un modo, forse, anche per aggirare i regolamenti che vieterebbero la candidatura del Paese che ospita l'assemblea del Cio: un appuntamento in programma nel settembre 2019 proprio a Milano. E proprio nel comparto Lombardo entrano Valcamonica e Valtellina.

La fase di dialogo (iniziata a fine settembre 2017 e proseguita con uno studio di fattibilità a inizio anno) prevede la collaborazione tra Coni, città e Cio per «verificare la miglior soluzione che si adatti alle esigenze del Paese», compresa quella di «allargare anche ad altri territori eventuali soluzioni per le differenti competizioni olimpiche». Uno dei passaggi chiave per l'eventuale futura individuazione della città italiana sarà legato anche alla individuazione dell' area preposta a costruire il villaggio Olimpico, mentre per una valutazione complessiva e 'politicà dell'intero progetto manca ancora un tassello fondamentale: il via libera del governo, in corso di formazione, senza il cui sostegno qualunque candidatura verrebbe meno. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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