«Non dire gatto se...»: gli 80 anni del Trap
Gli ottant'anni di Giovanni Trapattoni (li compie domenica essendo nato il 17 marzo 1939) ne valgono 160 perchè lui ha giocato e ha vinto da calciatore e da allenatore: scudetti, coppe, tutto. Solo in Nazionale non ha avuto fortuna. Non ha conquistato il titolo mondiale, ma ha imbavagliato Pelè «Ma O Rey non stava bene» dice Giovannino.
Da allenatore di Nazionali ha guidato l'Italia e l'Irlanda, nei campionati stranieri il Bayern Monaco, il Benfica, lo Stoccarda e il Salisburgo. Ha conquistato scudetti ovunque: sei in Italia insieme con due Coppe Italia, una Coppa Campioni, tre Coppe Uefa, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea e una Intercontinentale. Ha conquistato pure il titolo tricolore e una Coppa Uefa nell'Inter.
Ha vinto il campionato in Germania con il Bayern, in Portogallo col Benfica e in Austria con il Salisburgo. Altro che Garibaldi, è lui (calcisticamente) l'eroe di vari mondi. È stato un personaggio a tutto tondo in campo internazionale. Esaurita la parte contabile, c'è da dire che abbiamo conosciuto l'uomo Trapattoni dentro e fuori del campo. Persona genuina, ma non ingenua; allenatore preparato perchè ha appreso come si allena da due grandi maestri come Gipo Viani e Nereo Rocco.
Diciamo che era un oratore un po’ sgrammaticato, nelle sue conferenze arruffate, ma si è fatto sempre capire da tutti. Alla Juve l'Avvocato Agnelli non gli fece mancare sostegno sotto forma di campioni: Platini, Tardelli, Boniek, Zoff, Gentile, Cabrini ecc.
La sua storia è fatta di celebri frasi, come l'invettiva contro un giocatore tedesco: Strunz, Strunz, Strunz. Finì su tutti i giornali. Una delle frasi storiche del Trap è rimasta quella che pronunciò per rispondere a chi lo riteneva sfacciatamente fortunato: «Ho trovato le sbarre dei passaggi a livello alzate, quando devo passare io» risponde sempre Giovannino. O l'altra celeberrima: «Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco».
Lui è diventato così popolare, anche all'estero, che lo hanno chiamato come testimonial di lavatrici e altro. In realtà, molti restavano incantati davanti ai suoi discorsi strampalati, pronunciati con fervore davanti a uditori interessati. A volte interrompeva il discorso di una conferenza dicendo: «Adesso basta, se vi dico tutto oggi, domani cosa scrivete?». Lui spargeva cortine fumogene, faceva in modo che nessuno capisse quali erano le sue intenzioni, se c'era una polemica. Paradossalmente, forse per il suo disinvolto eloquio e per la sua conoscenza del calcio, venne assunto come seconda voce dalla Rai per le partite della Nazionale. Per tutto questo consideriamo il Trap una brava persona, oltre che uno dei più bravi allenatori. Sincero, onesto e soprattutto un vincente. Ottant'anni: auguri Giuann.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato