MotoGp, capolavoro Rossi: il Dottore guida l'Italia da podio
Capolavoro Rossi. Il Dottore vince ad Assen (è il suo decimo successo in carriera sul circuito olandese) sotto la pioggia caduta nel finale, davanti a un eccellente Danilo Petrucci e a Marc Marquez. Quinto Andrea Dovizioso, nuovo leader del Mondiale, complice la caduta di Maverik Vinales: il forlivese guida adesso la classifica con 115 punti, 4 in più dello spagnolo e 7 in più di Rossi (Marquez è staccato di 11 punti).
Per Rossi è la vittoria numero 89 nella top class, la 115 nel Motomondiale ed è un successo importante e, soprattutto, strameritato, considerato l'infortunio patito un mesetto fa e che ha ritrovato 385 giorni dopo la sua ultima volta in Catalogna. E tra i tanti record già in bacheca, Valentino ne incassa altri due: a 38 anni compiuti batte Troy Bayliss (primo a Valencia 2006) come vincitore meno giovane da quando esiste la MotoGP e supera Nello Pagani (primo a Monza nel 1949 in 500) come vincitore italiano meno giovane di sempre nella top class.
È stata la giornata di Rossi, ma anche e soprattutto dell'Italia che incassa la "doppietta" e la leadership del Mondiale al termine di una gara fantastica, ricca di colpi di scena e di sorpassi fino all'ultimo. Le buone sensazioni della vigilia per il n. 46 sul nuovo telaio della sua M1 si sono tradotte subito in realtà, allontanando le ombre che si stavano addensando minacciose sull'umore del pesarese. Che, partito quarto dalla pit-lane, ha subito mostrato di «essere in giornata» e, cosa che più conta per lui, di essere pienamente in corsa per l'agognata "Decima".
L'incertezza meteo ha condizionato gara e gomme, con i piloti che si sono sbizzarriti nelle scelte: Rossi e Vinales hanno scelto la media davanti e la dura dietro; il poleman Zarco la doppia soft e tutti gli altri la duplice media. E i quattro piloti racchiusi in appena 11 punti dicono anche che sarà lotta serata da qui alla fine.
Partenza attenta per Valentino, rimasto nel quartetto di testa fino a un terzo di gara, prima di rompere gli indugi al giro 12esimo, quello che ha segnato la gara (doppio sorpasso su Marquez e Zarco e contemporanea caduta di Vinales). Da lì inizia un'altra gara che ad un certo punto sembrava una corsa solitaria.
Ma l'arrivo delle prime gocce, quando mancavano 8 giri alla fine, ha rimescolato un'altra volta le carte, con le Ducati di Petrucci e Dovizioso che hanno risalito posizioni e cominciato a tallonarlo. Il romano per la verità riesce anche a passarlo a 4 giri dalla fine, ma è un attimo perché il Dottore proprio non ci sta a bissare la beffa di Le Mans: con un sorpasso impeccabile alla chicane, il nove volte campione del mondo torna primo e finirà così fin sotto la bandiera a scacchi.
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