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Michele Arcari leggenda del Brescia: cosa accadde 6 anni fa

Un tuffo nel racconto della stagione più speciale di Michele Arcari con la V bianca sul petto: era la stagione 1011-2012...
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Michele Arcari, storico portiere delle rondinelle, lascia il calcio. Per lui inizia una nuova avventura nel settore giovanile delle rondinelle. Per ricordare il numero 1 biancazzurro, vale la pena tuffarci per un istante nel racconto della sua stagione più speciale con la V bianca sul petto. Ecco come andò quando di Arcari si parlò in tutto il mondo. Ecco l’anno del suo record. 

Il campionato 2011-2012, per il Brescia Calcio, è stato povero di soddisfazioni. Nella stagione incolore spicca però l’exploit del suo portiere Michele Arcari, che non ha subito gol per 907 minuti e ha stabilito il record stagionale d’imbattibilità a livello di campionati professionistici europei superando Manuel Neuer, titolare del Bayern di Monaco e della Nazionale tedesca, fermatosi a 771.

A rendere curioso questo record non sono solo le proporzioni da «Davide contro Golia» (Neuer è alto 1 metro e 93, Arcari dieci centimetri in meno). Il numero 1 del Brescia, classe 1978, ha infatti compiuto l’impresa nel campionato più anomalo della sua carriera.

Considerato a lungo come un portiere da Serie C piuttosto che da B, Arcari arriva a Brescia dal Pizzighettone per la stagione 2005-2006. Dopo un anno in prestito alla Pro Patria torna alle Rondinelle, ma fa la riserva. Davanti a sé ha il giovane Viviano. La prima svolta nel campionato 2009-2010. All’eterno secondo viene data una chance da titolare, lui gioca tutte le partite (play-off compresi) e il Brescia viene promosso in A. Ma per la massima serie la squadra lombarda acquista il portiere Sereni e Arcari, ancora una volta, si accomoda in panchina. Michele, però, pian piano riconquista i pali, esordisce in A il 31 ottobre 2010 e chiude da titolare una stagione che termina con la retrocessione. 

A questo punto la squadra lombarda ha un unico vero interesse: risanare il bilancio societario. Il presidente Corioni intraprende una politica di austerity, cede i giocatori più forti e nella stagione 2011-2012 lancia i giovani del vivaio. Obiettivi sportivi? Basta ottenere la salvezza. Poi si scopre che la strategia funziona solo in parte. Tra gennaio e il successivo mercato estivo il Brescia fa cassa grazie alla cessione di alcuni baby talenti. E’ però solo la rivoluzione di dicembre - col cambio di allenatore e un buon mercato in entrata - a salvare le Rondinelle, che riescono ad allontanarsi dalla zona play-out e a salire fino a sfiorare la sesta posizione per poi fermare la rimonta e chiudere con un tranquillo ottavo posto. La risurrezione del Brescia coincide con quella di Arcari. Alla base di tutto una striscia di dieci risultati utili consecutivi: otto vittorie, due pareggi e, soprattutto, zero gol subiti. 

Veniamo ai fatti. L’allenatore scelto per l’anno di transizione è Giuseppe Scienza, che sposa la politica della società gettando subito nella mischia Nicola Leali, portiere ex Primavera, classe 1993: è considerato il nuovo Buffon e va messo in mostra per essere venduto a fine anno.

Ad Arcari viene chiesto di fare da chioccia al baby talento. Lui accetta e gioca poco, venendo chiamato in causa quando Leali è impegnato con la Nazionale Under 19. Dopo un buon inizio di campionato, le Rondinelle si bloccano e arriva un’interminabile serie di partite senza vittorie. L’11 dicembre il Brescia perde in casa 3-1 col Bari. Una debacle. In porta c’è Arcari. Il barese Stoian, al 93’, chiude il match. Nessuno, al Rigamonti di Brescia, s’immagina che prima di rivedere Michele raccogliere la sfera dal sacco passeranno 3 mesi. Brescia-Bari, infatti, è la svolta. Corioni esonera Scienza e chiama Alessandro Calori. L’allenatore toscano deve salvare il Brescia dalla retrocessione e, per farlo, ribalta la lista delle priorità: giovani in campo sì, ma con raziocinio, perché prima servono i risultati. La rivoluzione inizia dalla porta. Arcari è più esperto ed affidabile, il titolare deve essere lui.

Il nuovo corso comincia la sera di venerdì 16 dicembre a Livorno. Al Picchi tira un vento tanto forte da rendere difficilissima anche la giocata più banale. Il Brescia vince 2-0. I 3 punti mancavano dal 24 settembre (2-0 sul Cittadella). La vittoria fa subito morale: è l’inizio di una cavalcata trionfale.

All’Epifania il Brescia batte il Crotone per 3-0. Il 14 gennaio, al Menti di Vicenza, finisce 0-1. Gli interventi del portiere risultano spesso decisivi. Le Rondinelle resistono: 22 gennaio Brescia-Nocerina 2-0; 28 gennaio Empoli-Brescia 0-2. Il 31 gennaio, sotto la neve, con la Juve Stabia finisce a reti inviolate e l’imbattibilità del portiere sale a 540 minuti. Dopo il rinvio di Brescia-Torino la squadra di Calori vince ancora, a Cittadella, sabato 11 febbraio (0-2). Sette giorni dopo, col Modena, finisce 0-0.

Arcari è a un passo da tre record. Quello di Neuer, quello di Giuseppe Perucchetti, portiere del Brescia dal 1928 al 1936, che nel campionato 1932-1933 non prese gol per 749 minuti, e quello della cadetteria moderna (Buffon, 734 minuti, nel 2006-2007). La giornata per polverizzare i primati è la più difficile dato che il 26 febbraio al Rigamonti arriva la capolista Torino. Il Brescia vince 1-0 e Arcari para tutto. Prima batte Buffon, poi, al 31’, il calciatore che sembrava destinato a un anno di panchina supera Perucchetti, mentre al 54’ cancella Neuer. Ma non è finita, perché il 5 marzo Michele sale a quota 900 (Gubbio 0, Brescia 2). 

Arcari e il Brescia si fermano col Padova. Il 10 marzo, al Rigamonti, gli euganei vincono 2-1. Il portiere subisce gol al 7’ del primo tempo (autorete di Martina Rini). "Non dimenticherò mai quel momento", ricorda oggi Arcari, che la scorsa estate pare abbia rifiutato un’offerta da parte della Juventus.

"Tutto il Rigamonti s’è alzato in piedi e mi ha applaudito. Io ho pensato ai miei compagni. Questo exploit porterà sempre il mio nome, ma il merito è da dividere con tutta la squadra".

In coda, qualche pillola sulla famiglia dei portieri "saracinesca": il record di imbattibilità in Serie A è detenuto da Sebastiano Rossi (929 minuti, nel Milan, stagione 1993-1994). Nella Nazionale italiana il record appartiene a Dino Zoff, che tra il 1972 e il 1974 mantenne inviolata la porta azzurra per 1.142 minuti. Nella storia della Serie B il primato è di Claudio Mantovani del Cesena (1.251 minuti, nel 1972-1973). Il record italiano assoluto lo detiene Emmerich Tarabocchia: nel campionato 1974-1975, in Serie C, col Lecce, non subì gol per 1.791 minuti. Il record globale è invece del brasiliano Mazaropi che, col Vasco da Gama, tra il 1977 e il 1978, chiuse la porta per 1.816 minuti. 

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