Maurizio Gatti, il maestro del ping pong che scopre le «stelline»
Allena ed ha visto crescere le atlete più promettenti di un movimento che lascia molto spazio alle straniere

Gatti con le sue Azzurre - © www.giornaledibrescia.it
L’unica partita dei play off cui Maurizio Gatti ha potuto assistere quest’anno è la sola che si è giocata, la finale scudetto. Il titolo è stato assegnato in gara secca al termine di un campionato con sei squadre, composto per la maggior parte da straniere, conclusosi in pochi mesi. Se i ct degli sport più noti possono attingere da un parco atleti molto vasto, chi è commissionario tecnico della Nazionale femminile di tennistavolo cammina, invece, in un deserto da cui deve essere abile a estrarre
Registrati gratuitamente
Questo è un articolo GDB+. Accedi o registrati per continuare a leggerlo. È facile e veloce.