Mancini: «La mia Italia speciale Balotelli ritorna se lo merita»
«Diventare ct della Nazionale era un sogno che si è realizzato. Quando giochi in quella squadra, sai di essere entrato a far parte di un’élite di calciatori importanti, ti misuri con il meglio di tutto il mondo. Quando la gestisci in panchina, sei consapevole di rappresentare il tuo Paese, occupando un ruolo importante: a volte il calcio regala emozioni che fanno bene alla gente. Io voglio allenare con questo spirito: provare a vincere gli Europei e i Mondiali, sì, ma anche trasformare la squadra in un motivo di orgoglio per la nostra gente. Quando ho conquistato la Premier a Manchester, ho indossato subito il tricolore: era la mia dedica, mi sento un italiano vero». Punto.
Roberto Mancini è commissario tecnico azzurro ormai da sei mesi, ma si emoziona ancora quando, come in questo caso nell'intervista concessa al Corriere dello Sport, parla del suo nuovo ruolo a 360° dedicando anche un passaggio all’attaccante bresciano Mario Balotelli. «Sono contento, penso di aver costruito un bel gruppo, una Nazionale speciale e divertente. Sulle tracce di quella delle notti magiche del 1990. Sto lavorando pensando al futuro: guardo i giovani, li studio, li preparo e li faccio giocare».
Ma non solo giovani: «Ho preparato un progetto che va dai 2 ai 4 anni, ma se mi serve un Grande Vecchio lo chiamo subito, ma deve sapere che puo' uscire anche subito perché i Mondiali sono un obiettivo ancora molto distante. Penso a Quagliarella, visto che colpi e che gol? Se ho bisogno lo convoco».
Da un quasi 36 enne al 19enne Zaniolo, già convocato dal Mancio: «Lo avevo seguito nell'Under 19, come Tonali. Rispetto agli altri, aveva più fisico e più qualità. Zaniolo è il talento del futuro». Oltre che su Zaniolo è pronto a scommettere su Kean. «Un altro pronto a esplodere, nella Juve non ha spazio, ma se va agiocare siamo di fronte a un attaccante di razza, io ci credo tanto.
Come Balotelli? In qualcosa lo ricorda, ma io ho fatto giocare Mario a 17 anni e lui ha segnato gol decisivi e da scudetto per l'Inter». E a proposito di SuperMario... «Io ho fatto il possibile, spero sempre che succeda qualcosa, naturalmente in positivo. Tornerà in Nazionale solo se lo merita. Da giovane mi ha dato tanto, sia all'Inter che a Manchester. Negli ultimi mesi davvero poco. Ma ha 28 anni, se vuole ha tempo, gli Europei e i Mondiali dovrebbero essere attrazioni fatali».
Ciro Immobile nella sua Italia ha qualche difficoltà a imporsi: «Non ce l'ho con lui come pensano i tifosi laziali, senza dubbio è il miglior bomber italiano, ma l'Italia gioca tornei di livello altissimo». Un'Italia che Mancini intende «allenare a lungo, per me è un punto di arrivo».
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