L'ucraina Bekh-Romanchuk trova a Brescia il suo rifugio
Agganciato alla zaino che si porta in spalla ha un cuore gialloblù, con i colori del suo Paese, quella casa dalla quale deve rimanere lontana a causa della guerra. E quei colori lei proverà a portarli in alto anche nei prossimi mesi, per regalare all’Ucraina altre medaglie. Maryna Bekh-Romanchuk, campionessa di salto in lungo (argento ai Mondiali di Doha 2019 e oro europeo indoor a Torun 2021) e salto triplo (argento ai recenti Mondiali indoor di Belgrado), assistita dal manager bresciano Federico Rosa, in questi giorni è a Brescia per mettere tasselli in prospettiva dei prossimi impegni.
«Dopo lo scoppio della guerra - racconta - ho cominciato a lavorare con Federico che sta aiutando me e altre miei connazionali (Gerashchenko, Tkachuk, Golodna, ndr) nel percorso sportivo e nella preparazione di stagione e competizioni. Qui posso riposarmi, recuperare, ricaricarmi e allenarmi bene, in condizioni molto buone in vista dell’estate che verrà».
Attraverso la quale Bekh-Romanchuk si augura di riscattare anche gli ultimi risultati: «Non è andata così male a Belgrado, ma onestamente speravo in più medaglie, vorrà dire che ci riproverò tanto nel triplo quanto nel lungo. La stagione è stata difficile, la guerra ha complicato le cose, con da un lato la paura e l’apprensione per la famiglia a Leopoli e per mio marito (il nuotatore Mychajlo Romanchuk, due medaglie a Tokyo 2020, che s’allena in Germania adesso; ndr), e dall’altro la necessità di trovare appoggio altrove per lavorare bene per Europei e Mondiali: non sarà facile in due appuntamenti, ma ci ripovo in entrambe le specialità».
Così prima c’è stato lo spostamento in Polonia, ed ora a Brescia che piace sempre più agli atleti di livello internazionale: «È la prima volta che vengo qui, ho trovato una bella città in cui c’è tutto per allenarsi bene, non troppo grande e caotica, e dove anche il cibo è molto buono, cosa che non guasta, anzi: per raggiungere i risultati mangiar bene è importante tanto quanto una buona preparazione» Per questo potrebbe anche essere una buona soluzione per il futuro: «Mi fermo una settimana, ma mi piacerebbe farlo anche più a lungo».
E infatti Federico Rosa ed il suo team sono al lavoro per provare a «basare» proprio a Brescia in toto il lavoro delle nuove assistite ucraine: con impianti di atletica nuovi (Sanpolino) o ritrovati (il Calvesi), la nostra città può sempre più diventare un ottimo posto in cui costruire le medaglie del domani.
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