Lo spettacolo di Rio nell'apertura dei XXXI Giochi Olimpici
Tutti i colori di Rio in una notte storica: la cerimonia di apertura dei XXXI Giochi Olimpici ha regalato giochi di luce e coreografie esuberanti. Dallo spettacolo dell'acqua, con l'apparizione di animali marini, alla la foresta amazzonica creata dai laser, fino all'arrivo degli Indios e delle caravelle dei colonizzatori europei. Infine lo spettacolo dedicato alla nascita delle grandi città. E delle favelas: molti dei 4.000 volontari impegnati nella serata arrivano da lì.
E poi la musica, a riempire il Maracanà insieme ai suoi 87mila spettatori: non potevano mancare samba e bossa nova, regine di tutta la lunga cerimonia che ha aperto i primi giochi olimpici della storia dell'America Latina. Emozione e divertimento non sono mancati nelle sfilate delle 207 squadre che da oggi sono impegnate nelle competizioni.
Visibilmente emozionata anche la squadra italiana, che ha sfilato dietro il suo alfiere, Federica Pellegrini. Sugli spalti anche il premieri Renzi.
La bellezza carioca si è vista poi anche con l'apparizione della modella Gisele Buendchen, che ha calcato la passerella del Maracanà sulle note della «Garota de Ipanema» di Vinicius de Moraes e Antonio Carlos Jobin.
Tra gli invitati c’erano il segretario generale dell’Onu, Ban ki-Moon, il presidente ad interim del Brasile, Michel Temer e quello francese Francois Hollande. Gli Stati Uniti erano rappresentati dal segretario di Stato John Kerry.
I Giochi arrivano in un Paese attraversato da contraddizioni e attese, che non sono state dimenticate pur nello sfarzo della festa di apertura: «Viviamo in un mondo di crisi, sfiducia e incertezza - ha detto il presidente del Comitato dei giochi Thomas Bach - ma la nostra risposta è data dai 10mila migliori atleti al mondo che competono fra loro e al contempo vivono in pace nel villaggio olimpico». Il presidente del Cio si è poi riferito al team di rifugiati: «State mandando un messaggio di speranza ai milioni di rifugiati di tutto il mondo. Siete stati costretti ad andare via da casa per colpa della violenza, della fame o perchè diversi. Ma nel mondo olimpico non solo tolleriamo la diversità ma la consideriamo un arricchimento, l’unità nella diversità».
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