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L'esame a 40 anni dell'Airone Caracciolo: vola con 84/100

Il calciatore oggi del Lumezzane ed ex Brescia e FeralpiSalò: «Dalla necessità di diplomarmi ho scoperto la gioia del sapere»
Il calciatore Andrea Caracciolo il giorno dell’esame - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il calciatore Andrea Caracciolo il giorno dell’esame - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Per poter guardare con serenità al futuro, è fondamentale aver chiuso i conti con il passato: «E per me il cerchio si è compiuto con un inatteso 84/100: provo una gioia incredibile e mi sento molto orgoglioso di me stesso». Di voti e di pagelle, di gioia e di orgoglio, ha sempre vissuto: ma Andrea Caracciolo di esultare così, a 40 anni (a settembre), dietro un banco, non se lo sarebbe mai aspettato.

L’Airone, già laureato come simbolo presso l’università dei cuori dei tifosi del Brescia, adesso è anche diplomato al liceo delle scienze umane. «Potrei mettermi a romanzare - ci racconta il calciatore ancora in attività con la maglia del Lumezzane - e dirvi che mi sono deciso a prendere il diploma perché sentivo un vuoto, ma preferisco essere sincero e dire che ho inizialmente deciso di riprendere in mano i libri perché ho il desiderio di intraprendere la carriera di direttore sportivo e ho scoperto che per accedere all’esame occorre avere un diploma. Così ho fatto il passo».

Ma da una specie di «obbligo» per provare a disegnarsi una nuova carriera, poi è sbocciato il fiore della passione e del piacere di sapere: «Ricordo in particolare la soddisfazione che ho provato una sera mentre guardavo la tv con mia moglie ed è stato inquadrato un quadro del Caravaggio: l’ho riconosciuto grazie a qualcosa che avevo appena studiato e mi sono messo a raccontare a Gloriana la vita del pittore. Poi è successo anche che alle prese con filosofia, mi è anche capitato di ripensare a Cellino quando mi mandò via dal Brescia. Il presidente mi disse "la vita è fatta di scelte, molte delle quali portano sofferenza": studiando Kierkegaard e il suo pensiero ho ripensato a quella frase e al suo significato. Ho riletto un po’ le cose di quel periodo».

Quanto al giorno della maturità che Caracciolo ha effettuato da studente iscritto al «Petrarca» che poi ha sostenuto l’esame al «Marco Polo»: «Mi sentivo come in un prepartita... ma sono stato lucido e ho svolto un bellissimo esame (valutato con 40 punti, il massimo, ndr). Ho esposto la mia tesina che sul lavoro partendo da un testo di Gallino, poi sono stato messo alla prova sui Malavoglia, ho toccato tra gli altri argomenti la Prima guerra Mondiale, Ungaretti e Freud, e infine siamo tornati a parlare del lavoro. Mi è stato chiesto di illustrare alcuni aspetti della mia attività di calciatore e mi sono emozionato quando la commissaria esterna mi ha detto che le piacerebbe che portassi la mia esperienza nelle scuole. Ai ragazzi, dico "studiate se potete, è troppo importante".

A 40 anni non è stato facile mettermi in gioco e non nascondo anche un pizzico di imbarazzo nell’essermi ritrovato con dei 16enni come vicini di banco... Ma sono felice perché ce l’ho messa davvero tutta: spero di poter essere un esempio anche per i miei bambini».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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