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Le ultime ore di Maradona: «Molto ansioso e nervoso»

Mentre si trovava a letto ha subito uno scompenso cardiaco. Hanno subito cercato di rianimarlo, ma lui non ha reagito
Diego Armando Maradona - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Diego Armando Maradona - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Un attacco cardiaco, i tentativi vani di rianimarlo, gli occhi che si chiudono per sempre. Un uomo che sembrava dovesse essere eterno, un campione che sembrava non potesse morire mai, se n'è andato in un triste pomeriggio di fine novembre, in un'anonima villa di Tigre, a nord di Buenos Aires. Diego Armando Maradona si trovava lì da due settimane per passare un periodo di convalescenza dopo l'intervento chirurgico per un ematoma subdurale alla testa subito il 3 novembre. Nei giorni scorsi, è filtrato sui media locali, la sua famiglia aveva notato come fosse «molto ansioso e nervoso», quindi era nata l'idea di trasferirlo a Cuba, dove aveva già passato alcuni anni a combattere la sua dipendenza dalla cocaina.

Oggi Diego si era svegliato in buone condizioni, come nei giorni scorsi aveva preso i farmaci indicati dai medici ed era andato a sdraiarsi, una routine che aveva seguito abitualmente fin dalla sua dimissione dall'ospedale. Mentre si trovava a letto ha subito uno scompenso cardiaco. Hanno subito cercato di rianimarlo, ma lui non ha reagito e il suo cuore si è fermato. Non sono servite a nulla neanche le nove ambulanze accorse sul posto: Maradona è morto intorno alle ore 13 argentine per arresto cardiorespiratorio. Accanto a lui, ha scritto l'agenzia Telam, non c'erano parenti ma un'infermiera, un assistente terapeutico, uno psicologo, uno psichiatra, altri medici.

Ad annunciare la morte del campione è stato il suo avvocato e la notizia è rimbalzata immediatamente prima in Argentina e poi in tutto il mondo. Il popolo argentino si è fermato, incredulo di fronte alla verità di aver perso il più grande campione della sua storia.

Alla villa dove è morto sono accorse l'ex moglie Claudia Villafane e le figlie Dalma e Giannina. Poi l'ultima fidanzata di Diego, Veronica Ojeda. Il luogo è stato immediatamente presidiato dalla polizia, mentre una schiera di giornalisti e telecamere si è riversata di fronte alla villa. Il dolore di un Paese intero si scorgeva stasera negli occhi gonfi di lacrime dei sostenitori del 'Diez', da quelli che lo hanno visto giocare vivendo la sua epopea ai fan più giovani. Un dolore riassunto nelle parole di un tifoso con la maglietta della nazionale argentina e nel suo pianto davanti all'ingresso del quartiere dove è morto il campione: «Diego, si è sgonfiato il pallone. Diego, senza di te non c'è più il calcio». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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