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Le preoccupazioni del Gino: soldi finiti per il Brescia

Novembre è l'ultimo mese in cui il Brescia ha autonomia di fondi per pagare gli stipendi. E poi?
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Gino Corioni è preoccupato per il futuro del Brescia. Ha esternato alcuni suoi pensieri in merito alla vicenda societaria a margine dell’assemblea di Aib di ieri, aperta dal premier Matteo Renzi.

«Giochiamo bene, ma non raccogliamo punti», ha detto l'ex pres, che in luglio ha lasciato la carica dopo l'ormai famoso vertice in Ubianche se non sono tanto i risultati sul campo a preoccuparlo.

Il presidente biancoazzurro, che nel 1962 fondò la Saniplast produttrice di arredamenti per bagni, resta il proprietario del Brescia calcio, seppure esautorato di parecchi poteri. E in quanto tale è responsabile, insieme all’amministratore unico Luigi Ragazzoni, della situazione del club di via Bazoli. Che resta delicata.

Perché le casse sono vuote e proprio dicembre è stata indicata da più parti, fin da quest’estate quando venne operato il salvataggio con iscrizione in extremis, come linea di demarcazione. Novembre è l’ultimo mese nel quale il Brescia calcio ha autonomia per pagare gli stipendi senza incorrere in ulteriori penalizzazioni oltre al -3 maturato a luglio e che dovrebbe diventare ufficiale a giorni.

Da dicembre sarà tutto un grosso punto di domanda. Anzi, al momento senza buone nuove (che all’orizzonte non sembra di scorgere) il rischio forte è quello di non poter pagare.

Ieri Gino Corioni accerchiato dai giornalisti s’è lasciato scappare un «più che per la classifica, sono preoccupato per il Brescia. Non chiedete a me novità societarie. Non ho più soldi per andare avanti, quindi come facciamo?».

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