Lara Lugli, la pallavolista senza stipendio perché incinta
Non si spegne la eco sulla vicenda di Lara Lugli, la pallavolista classe 1980, schiacciatrice di ruolo, che si è vista recapitare una citazione per danni dal suo club, il Volley Pordenone, ora Maniago, per non aver completato nel 2019 la stagione agonistica perchè incinta. La gravidanza non è andata a buon fine per un aborto spontaneo e all'amarezza per una maternità non arrivata si aggiunge quella di tipo lavorativo. Attorno a Lugli, 41enne carpigiana, si è subito sollevata un'onda di solidarietà che ha coinvolto anche il mondo della politica.
«Invocare la condanna della pallavolista Laura Lugli perchè in maternità è una violenza contro le donne. La maternità ha un insostituibile valore personale e sociale», ha twittato la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati. «Sono vicina a Lara Lugli per l'esperienza drammatica che ha vissuto e che nessuna donna deve più subire e vivere nel nostro Paese - il commento nel merito della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti a Radio24 - Quanto accaduto è il segno di un retaggio sociale ormai obsoleto, pensare che le donne debbano ancora essere costrette a scegliere tra realizzarsi nel mondo del lavoro e l'esperienza della maternità è un modello che costringe le donne a una dimensione di diseguaglianza rispetto agli uomini che deve essere colmato».
«Pensare che oggi una donna sia costretta a scegliere tra un figlio e la carriera non è più tollerabile - le parole in un post su Facebook del ministro degli Esteri Luigi Di Maio - In Italia ci sono una serie di sussidi e garanzie per lavoratrici e lavoratori che abbiamo introdotto da quando siamo al governo, ma mancano ancora tutele per permettere alle donne e ai loro compagni o mariti di progettare una gravidanza. È ora di un cambiamento anche in questo senso. Una donna ha il diritto inalienabile di vivere serenamente il tempo della gravidanza e ne ha diritto insieme a tutta la sua famiglia. Perche' qui stiamo parlando dei diritti di tutti».
«Sul caso Lara Lugli è stato attivato un costruttivo e proficuo confronto con il Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri e, confidando nell'interesse del premier Draghi e del presidente uscente del Coni Malagò, chiediamo che la società sportiva che ha citato per danni la pallavolista a causa della sua maternità rinunci immediatamente agli atti e all'azione intrapresa, porgendo all'atleta le doverose scuse», la presa di posizione di Assist, Associazione Nazionale Atlete.
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha chiamato la pallavolista per conoscere l'intera vicenda dalla voce della diretta interessata. Al termine del colloquio, il numero uno dello sport italiano ha manifestato tutta la sua solidarietà a Lara Lugli e l'ha invitata per un incontro al Coni, non appena le condizioni generali del Paese lo consentiranno.
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