Sport

L’addio di Marchisio «per il bene della squadra»

Rescissione consensuale tra la Juve e Marchisio dopo 25 anni. Per il centrocampista probabile una destinazione lontana dall'Italia
La foto pubblicata su Instagram da Marchisio, ai tempi delle prime partite nella Juve
La foto pubblicata su Instagram da Marchisio, ai tempi delle prime partite nella Juve
AA

Finisce la lunghissima storia di Claudio Marchisio alla Juventus. Dopo 25 anni passati in bianconero, dai primi calci fino all'esordio in Serie A ed infine ai sette scudetti consecutivi vinti, il Principino e la Vecchia Signora si separano: a comunicarlo è stata proprio la Juventus con una nota di ringraziamento pubblicata sul sito ufficiale. 

«Si chiude oggi la storia di Claudio Marchisio con la Juventus dopo la rescissione consensuale del contratto». 

«Una storia lunga 25 anni, - scrive la nota della Juventus - quelli trascorsi dal primo giorno in cui il Principino, un soprannome che avrebbe ottenuto solo molto tempo dopo, ha indossato per la prima volta la maglia bianconera. Lui ne aveva appena sette, una voglia matta di giocare e la testa piena di sogni». 

Dopo la trafila nelle giovanili, con una parentesi a Empoli nell'anno della B per la sentenza di Calciopoli, Marchisio ha collezionato 389 presenze che lo collocano al diciottesimo posto nella classifica di tutti i tempi della Juventus, segnando 37 gol e vincendo i sette scudetti consecutivi, quattro volte la Coppa Italia e tre Supercoppa Italiana. 

«E un piacere sarà seguirlo ancora, con qualsiasi maglia indosso - conclude la Juventus -. Perché quella bianconera, lo sappiamo, farà sempre parte di lui e della sua storia. Grazie di tutto Claudio! In bocca al lupo!».

Per Marchisio è probabile una destinazione lontana dall'Italia.

«Amo questa maglia al punto che, nonostante tutto, sono convinto che il bene della squadra venga prima. Sempre - scrive Marchisio su Instagram, annunciando per i prossimi giorni un saluto speciale ai tifosi -. In una giornata dura come questa, mi aggrappo forte a questo principio». 

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia