La serie C si ferma: «La pazienza è finita»
Un segnale forte, inequivocabile, perchè «la pazienza è finita».
La Serie C si fermerà sabato e domenica prossimi, annullando trenta partite e dando appuntamento ai tifosi al prossimo anno, sempre che nel frattempo dal Governo ed il Parlamento diano risposte concrete sul tema caldo della defiscalizzazione, altrimenti la protesta potrebbe proseguire.
Annunciato dal presidente di Lega Pro, Francesco Ghirelli, lo stop è stato deciso oggi dai componenti del direttivo e dai consiglieri federali, ma potrebbe rientrare se dovessero uscire risultati dall'incontro in programma dopodomani tra il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, e la Figc La sostenibilità dei club è un «nodo decisivo», fa notare la Lega Pro, perchè il calcio che rappresenta sessanta città e 17 milioni di persone «abbia un presente ed un futuro».
«Decidere di fermarci non è stato semplice ed è stata una decisione a lungo meditata e travagliata. Abbiamo deciso di andare avanti perché devono dirci se serviamo per le funzioni che svolgiamo».
La defiscalizzazione/credito di imposta, spiega la Lega, serve per abbassare i costi ed avere risorse da investire in infrastrutture e nella anche più importante formazione dei giovani. Tutto ciò comporterà cofinanziamento negli investimenti dei proprietari dei club. Su questo tema da tempo i club e la Lega che li riunisce e li rappresenta chiedono un segnale, ma finora ci sono stati solo rinvii e la reazione inevitabile è lo stop del campionato, che riprenderà il 12 gennaio 2020. «C'è il tempo necessario perché governo ed parlamento diano le risposte concrete di cui abbiamo necessità - conclude la Lega Pro -. Quel che può succedere alla ripresa del campionato è facile da intuire, la nostra pazienza non c'è più e quindi continueremo la nostra battaglia».
«Avrei avuto piacere a giocare domenica vista la prova mediocre di ieri, ma avremo modo di vedere i ragazzi mercoledì contro il Vicenza in Coppa Italia, competizione alla quale teniamo molto - ha commentato il presidnete Giuseppe Pasini-. D'altro canto capisco le esigenze della Lega. Siamo considerati i parenti poveri del professionismo ma, come affermato dal presidente Francesco Ghirelli, siamo in 60 squadre sparse su tutto il territorio nazionale, diamo valori e valore ai giovani e giochiamo spesso con strutture non adeguate, basti pensare ai nostri sforzi per migliorare lo stadio Turina»
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