La mental coach di Jacobs: «Ci vuole tempo, ma tornerà al 100%»
Quando Marcell Jacobs si è palesato al mondo intero in tutto il suo splendore, ricoprendosi di quell’oro olimpico nei 100 metri che è quanto di più iconico ci sia nel mondo dello sport, l’Italia ha conosciuto anche Nicoletta Romanazzi. La mental coach romana che ha sbloccato la mente di un cavallo imbrigliato, liberandolo dalle sue paure e dai traumi di un’infanzia senza il papà naturale accanto, facendolo correre così forte da consentirgli di scalare l’Olimpo.
Nicoletta, se diciamo 1° agosto 2021 cosa le viene in mente?
«Tanta emozione. E la tensione, perché ho cercato di fare tutto il possibile per aiutare Marcell Jacobs. E infine ancora l’emozione, pazzesca quella che ho provato quando ho visto la vittoria».
Quante cose sono cambiate per l’atleta dopo l’oro olimpico?
«È stato un anno intenso per tutti, è cambiato tanto. Quando raggiungi un tale risultato è normale che sia così. In questo momento ho avuto meno tempo per quel che concerne la mia parte, visto che la risoluzione dei problemi fisici ne hanno rischiesto di più».
Può essere che tutto quello che ruota intorno abbia influito in questo processo di cambiamento?
«È normale quando cambiano così tante cose. Bisogna prepararsi per un nuovo equilibrio. Non si trova dalla sera alla mattina, soprattutto quando avviene una sorta di tsunami come può essere la vittoria di un oro olimpico nei 100 metri. Il tempo è necessario, per tutti».
E questo può aver influito anche sul fisico?
«Non posso parlare dei problemi fisici, è un aspetto che non compete la mia disciplina. In questo momento credo sia giusto che la maggiore attenzione sia sul ristabilirsi fisicamente. È un passaggio necessario per fare in modo che Jacobs possa poi rimttersi pienamente in forma».
Dopo Tokyo però ci sono stati tanti intoppi...
«È iniziato tutto dal Kenya, quel virus è stato una botta ed a cascata ci sono state altri problemi. Io penso però che Marcell abbia comunque dimostrato grandi cose, vincendo l’oro mondiale nei 60 metri e comunque in tutta la stagione indoor. Ma sono sicura che tornerà presto al 100%».
Ci sono stati errori?
«La gestione fisica non è il mio campo, non ci metto becco. A tempo debito, quando sarà ok, ci sarà bisogno di più tempo anche per la mente».
La vittoria olimpica ha contributo a far luce sull’importanza della psicologia nello sport?
«Fortunatamente sì. C’è tanto bisogno, per tutti, non solo per gli atleti. Non si può pensare di raggiungere grandi obiettivi senza prendere cura della mente. Io sono contenta di aver contribuito a questo. Dal libro ai podcast, io condivido tante cose per tutti quelli che vogliono avvicinarsi a questo campo, non solo come clienti».
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