«Io e Balotelli insieme nell’Italia? Faremmo grandi cose»
Ieri è stata la sua giornata e non poteva essere altrimenti. Titoli dei giornali per lui, servizi televisivi, qualcuno che già si spinge a chiedergli un altro gol domani, a Parma, nella seconda partita valida per le qualificazioni a Euro 2020 contro il Liechtenstein. Moise Kean è non solo il protagonista dell’Italia di Mancini, ma anche uno spot per il calcio italiano.
Sì, perché quella dell’italo-ivoriano Kean fa parte di quelle di «storie da stranieri solo di nome». Non sono più tali - a prescindere dallo ius di ciascuna legislazione - gli immigrati di prima o seconda generazione che riempiono i settori giovanili di tutta Europa, in cerca di gloria. «Ma io sono cittadino italiano dalla nascita - ha raccontato Kean dopo aver esordito con gol sabato a Udine - i miei genitori sono qui da oltre 30 anni. Cosa penso di questa questione della cittadinanza? Dispiace, siamo tutti nello stesso paese e se viviamo qui dobbiamo essere tutti trattati da italiani».
Chissà se Mario Balotelli, che Kean ha confessato di sentir spesso per farsi nell’inedita veste di consigliere («Mi dice di non ripetere gli errori che ha commesso lui...»), gli ha anche chiesto di non reagire se un giorno sarà criticato per quel che rappresenta, più che per quel che fa. «Non esistono neri italiani», scrivevano gli ultrà a SuperMario anni fa, e invece un domani i tifosi della nazionale si potrebbero ritrovare una coppia Kean-Balo.
«Mancini dice che potremmo giocare insieme? Se lo dice lui, è possibile. E se succede, faremo grandi cose...».
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